S. Giuseppe

Parrocchia San Giuseppe al Lagaccio

Una parrocchia impegnata nell'evangelizzazione

Chiesa

Contributi con l'argomento Gruppo Giovani

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giovani-e-cresimati-saluto-2016-09-24-21-08-14

Questa sera noi giovani del Lagaccio ci siamo riuniti per un’ultima serata prima della partenza di don Paolo per un’altra parrocchia. In quest’occasione ci hanno accompagnati anche i ragazzi cresimati, che hanno rallegrato ancora di più.

giovani-e-cresimati-saluto-2016-09-24-20-14-58Dopo le preghiere iniziali di ringraziamento al Signore abbiamo letto e commentato insieme un passo del Vangelo sull’argomento della pace e un discorso di Martin Luther King, il cui senso era quello dell’amore incondizionato, anche verso i propri nemici. È seguita la lettura di un decalogo di Assisi sull’impegno per la pace.

giovani-e-cresimati-saluto-2016-09-24-22-25-06E arriva così il momento di condivisione del pasto in armonia, al termine del quale don Paolo ha fatto sorteggiare a tutti noi da un sacchetto dei bigliettini contenenti pensieri di alcuni operatori umanitari di varie parti del mondo, morti vittime di uccisioni e condanne.

La serata si è conclusa tra i saluti e la contentezza di aver passato una bella e interessante serata insieme. Grazie Signore!

Vedi tutte le foto della serata!

Lucia in partenza per la GMG

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Lucia 2016-06-26--19.48.53Sono contenta dell’esperienza che vivrà a breve Lucia, una ragazza del gruppo giovani della nostra parrocchia, cara amica e sorellina in Cristo, con la quale abbiamo condiviso un anno intenso portando avanti il gruppo dei ragazzi cresimati l’anno scorso.

Domani Lucia partirà con un gruppo di giovani del Rinnovamento dello Spirito, e andranno in Polonia, a Cracovia, dove si svolgerà la Giornata Mondiale della Gioventù.

Questa sera la Messa delle ore 18 è stata celebrata per lei e per gli altri giovani della GMG.

Finita la messa Lucia ha detto due parole su ciò che sta vivendo, e, mentre parlava, ha trasmesso tanta gioia e tantissima emozione; la cosa che a me ha colpito della sua testimonianza sono state queste parole: “Vivrò questi giorni senza pensare alle cose materiali, ma pensando solo a Gesù”. E ha aggiunto: “Tante volte, per non dire sempre, perdiamo di vista il Signore per le cose materiali”.

Buona GMG Lucia, siamo tutti con te!

 

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giovani-2016-06-26-19-47-09Oggi pomeriggio noi giovani ci siamo ritrovati con il parroco per vivere insieme un’altra tappa del nostro cammino alla luce di Gesù Cristo.

Questa volta abbiamo affrontato il tema della conversione e della misericordia, facendoci aiutare da un brano del Vangelo di san Luca (24, 36-49) e dalla catechesi offerta da papa Francesco in occasione dell’udienza giubilare dello scorso 18 giugno.

Ci siamo confrontati, ognuno rapportando alla propria esperienza di vita ciò che aveva letto e ascoltato, e la condivisione ci ha fatto aprire gli uni agli altri in un’atmosfera di comunione e unità. Ci siamo soffermati, in particolare, sull’importanza di imparare a riconoscere se percorriamo una strada sbagliata, così da essere capaci di chiedere perdono, ritornare sui nostri passi e riprendere la via che porta al Signore. Abbiamo riconosciuto che a nulla servono i nostri sforzi per qualcosa, se questi non sono secondo il piano di Dio. Abbiamo guardato indietro per scorgere qualche segno forte del progetto di Dio nella nostra vita; ci siamo posti molte domande, e ci siamo chiesti se qualche volta, avendo fatto un passo indietro in seguito a un nostro errore nella relazione con il Signore, con il nostro prossimo o con noi stessi, ci siamo sentiti più “leggeri” e abbiamo ritrovato la pace.

È bello riunirsi nel nome di Gesù per pregare, ascoltare e ascoltarsi, interrogarsi e mettersi in discussione, crescere insieme. Speriamo di poter proseguire in questo cammino, secondo la volontà del Padre che ha fatto incrociare le nostre diverse strade e ne ha fatto un percorso comune.

Vedi le foto della serata.

Incontro dei giovani con cena!

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Gruppo giovani 2016-02-21--22.02.50Oggi noi giovani della parrocchia di San Giuseppe al Lagaccio ci siamo riuniti per il primo incontro di questo nuovo anno liturgico.

I ragazzi che già facevano parte del gruppo hanno avuto l’occasione e il piacere di accogliere dei nuovi membri, alcuni provenienti da varie parti del mondo. Si è partiti con l’intonare dei canti sacri, e poi col fare le presentazioni ai nuovi entranti. Poi ci siamo riuniti in preghiera con un’invocazione allo Spirito Santo e una lettura tratta dal Vangelo di San Giovanni. A seguire abbiamo espresso a turno delle riflessioni sulla lettura riguardante la visita del papa in Messico: da li si evinceva l’importanza che il papa ha attribuito ai valori come l’incontro, la speranza, il sognare insieme, valori che sono ormai sfumati lasciando spazio alla diffidenza e alla perdizione; è importante quindi convertire il cuore e portare la fede dentro di sé, ricordando che l’importante non è non cadere mai, ma rialzarsi ogni volta.

Alla fine della lettura e dei relativi  commenti abbiamo preparato la tavola e consumato insieme la cena, composta delle varie pietanze che ognuno di noi aveva portato. È stato bello e interessante confrontarsi con i nuovi arrivati, conoscere un pezzetto delle loro vite e di alcuni le loro culture. Ci siamo salutati dopo aver fatto una foto di gruppo, contenti di questa nuova esperienza insieme e soprattutto per il fatto che siamo aumentati di numero.

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Gruppo giovani Paolo Pero 2015-05-15--22.57.41Questa sera noi giovani abbiamo ripreso a riunirci per il nostro incontro mensile, oggi preceduto dalla cena condivisa e arricchito dalla presenza di Paolo, un giovane insegnante di religione che ci ha aiutato a riflettere e a confrontarci sul tema del gender nella società contemporanea.

Abbiamo iniziato con la preghiera, affidando l’incontro a Gesù e a Maria, e insieme a Paolo abbiamo ragionato per prima cosa sulle origini del Diritto, ovvero su ciò che è alla base delle leggi che regolano la società umana. Nonostante le molte risposte possibili (il bisogno di regolare i rapporti umani o di organizzare la società, il progresso, le rivendicazioni, la volontà della maggioranza, la difesa dei deboli), abbiamo dovuto riconoscere che il fondamento del Diritto è la Natura. È nella profondità della propria natura, infatti, che sia una persona credente sia una persona non credente trovano il buon senso – o, per meglio dire, il senso comune – per affermare che uccidere un’altra persona è sbagliato, è male; è scritto nel cuore dell’uomo, è naturale. Così com’è naturale che una persona sia costituita da ragione, sentimento, volontà, spirito e corpo, e che sulla base di questa corporeità – quindi la realtà oggettiva – gli esseri umani si distinguano in maschi e femmine, in uomini e donne, e costituiscano una famiglia. Questo è quello che siamo. Oggi, però, non è più quello che siamo tutti a determinare il Diritto, ma quello che uno sente e vuole e che è reso possibile dal progresso tecnologico.

Al termine di queste considerazioni introduttive, Paolo, con l’aiuto di due power point, ci ha aiutato a ripercorrere le tappe del ribaltamento del senso comune che ha attraversato la società occidentale dalla fine degli anni ’50 a oggi. Oggi siamo prigionieri delle opinioni personali, del “secondo me”, del “sentirsi”; facciamo fatica a trovare riconoscere una Verità assoluta e condivisa che proviene dall’osservazione della realtà, così da accettare ogni opinione come verità individuale e ogni desiderio come legittimo. Da questo atteggiamento deriva, per esempio, la distinzione tra sesso e genere. Secondo i teorici del gender (“genere”, in inglese), infatti, bisogna distinguere tra identità sessuale (come uno o una è: maschio o femmina, fatto biologico) dall’identità di genere, come uno si sente: pur essendo uomo potrebbe sentirsi donna, e così via. C’è poi anche il discorso dell’orientamento sessuale (come uno si sente dentro: eterosessuale, omosessuale, transessuale, bisessuale e così via fino a oltre 50 opzioni possibili), che entra ulteriormente nella definizione dell’identità di genere.

È possibile osservare, tuttavia, che – come nel caso estremo di David Reimer – l’identità sessuale è un dato di fatto che rimane immutato nonostante eventuali modifiche chirurgiche, mentre l’identità di genere è un sentire ed è – secondo i teorici del gender – variabile nel tempo. Da questa distinzione tra sesso e genere scaturiscono la negazione della famiglia come fatto naturale secondo quanto visto sopra e la riduzione della famiglia tra uomo e donna a un fatto tradizionale e culturale, secondo la quale un uomo e una donna formerebbero una coppia e genererebbero dei figli solo perché sono stati educati a questo e sono cresciuti immersi in questo modello. Ne consegue, secondo i sostenitori della teoria del gender, che è non solo possibile, ma anche giusto, equiparare le unioni omosessuali alla famiglia naturale, eliminare ogni fattore educativo che possa “tradizionalmente” condizionare lo sviluppo dell’identità di genere verso l’eterosessualità ed educare alla libera scoperta del proprio genere fin dall’asilo.

Ciò che preoccupa noi cristiani, comunque, non è solo la teoria: le rivendicazioni di cosiddetti diritti, alimentati dal desiderio dei singoli e legittimati dalla ricerca della felicità individuale, infatti, fanno sì che ci si attivi in gruppo per creare nuove leggi estendibili alla collettività, sacrificando o eliminando il dissenso di chi non è d’accordo. I dissidenti vengono invitati a tacere, con le parole (diffamazione) o con i fatti (aggressioni fisiche e verbali, come quelle di cui sono state oggetto le Sentinelle in piedi durante le loro veglie a difesa della famiglia nelle piazze di molte città d’Italia); sono – siamo – accusati di essere omofobi, fascisti, reazionari, retrogradi, cattolici bigotti e integralisti… e se fosse approvato il disegno di legge Scalfarotto, rischieremmo da sei mesi a sei anni di carcere a causa della pubblica espressione delle nostre idee, della realtà. Qui non si vuole essere contro le persone omosessuali o individuare nemici da combattere: qui si è contro un modo di pensare che lotta per imporre se stesso e non accetta dissenso, che s’inventa una neolingua (si parla di “genitore 1” e “genitore 2” al posto di mamma e papà; di stepchild adoption piuttiosto che di utero in affitto) per influire sul pensiero di molti, che tratta l’essere umano come una merce e un diritto, che rifiuta l’ovvia realtà per piegarla al desiderio.

Dopo i power point abbiamo concluso l’incontro con un dibattito, che ha visto la partecipazione attiva di tutti, e con la preghiera condivisa.

Grazie, Signore Gesù, per averci donato la presenza di Paolo e averci fatto percorrere con lui una tappa del nostro cammino! Aiutaci a conoscere la Verità, perché – hai detto – questa ci farà liberi (Giovanni 8, 32).

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Questa sera giovani e cresimati ci siamo ritrovati nella saletta locandina film La Passione di Cristoparrocchiale per vedere insieme “La passione di Cristo” di Mel Gibson (2004).

Abbiamo visto il film senza fare alcuna pausa. Non ce la siamo sentiti di interrompere una proiezione che ci ha aiutato a riflettere sul tempo di Quaresima che stiamo vivendo, sul dono e sacrificio di Gesù per noi tutti e sulla Sua risurrezione, che è fondamento della nostra fede.

Ciascuno di noi ha potuto tanto soffermarsi sui vari momenti della Passione e sugli altri episodi della vita di Gesù che venivano mostrati (l’infanzia con Maria, il discorso della montagna, l’incontro con la donna adultera salvata dalla lapidazione, l’ingresso solenne a Gerusalemme, l’Ultima Cena preceduta dalla lavanda dei piedi), quanto identificarsi con i personaggi e con il loro comportamento nei confronti del Signore, così che nel successivo momento di condivisione sono emerse le seguenti riflessioni:

  • il suicidio di Giuda mostra la disperazione a cui porta la mancanza di fede nel perdono di Gesù;
  • il “processo farsa” a Gesù da parte dei sommi sacerdoti è un esempio dell’ingiusto giudizio umano quando condanniamo qualcuno senza prima ascoltarlo poiché la condanna è già nel nostro cuore;
  • san Pietro, con il suo rinnegamento, ci fa pensare a tutte le volte che non abbiamo il coraggio di affermare la fede in Gesù nelle varie circostanze della vita;
  • il doppio volto della folla, che grida “Crocifiggilo!” dopo aver acclamato Gesù suo re solo una settimana prima, rende l’idea della debolezza e della volubilità della folla che – sedotta dalla tentazione (rappresentata dalla presenza costante del diavolo) e manipolata dai ragionamenti dei potenti – rifiuta la Verità e segue la corrente del più forte;
  • Ponzio Pilato, quando chiede a Gesù che cos’è la verità e rinuncia a prendere posizione per timore delle ripercussioni dell’eventuale liberazione di Gesù sulla sua carriera e sulla sua vita, incarna ciascuno di noi quando si chiude in se stesso e non riconosce la Verità perché imprigionato dai propri interessi e dalle proprie paure;
  • Simone di Cirene, che prima prova a rifiutarsi di portare la croce con Gesù perché “non sono fatti suoi” e poi accetta e difende il Signore dalle offese e dalle percosse dei soldati, rappresenta ognuno di noi quando per amore a Dio riesce a fare qualcosa che inizialmente  – per paura, indifferenza o interesse – avrebbe voluto evitare;
  • la giovane Veronica, una delle poche persone che sono “prossimo” per Gesù lungo la strada che porta al Calvario, ci ricorda che in mezzo alla folla, alla violenza, all’indifferenza, Dio suscita sempre la compassione, la misericordia, la carità nelle anime semplici che si fanno Suoi strumenti;
  • Maria, che da madre corre incontro a Gesù caduto sotto il peso della croce per soccorrerlo e dargli conforto come faceva quando lui era bambino, esprime l’amore e la tenerezza della Madre di Gesù e Madre nostra;
  • il pentimento di Disma, il buon ladrone, ci insegna a non dubitare mai della misericordia di Dio;
  • Gesù, che dall’alto della croce, dona Maria a Giovanni come madre e Giovanni a Maria come figlio, consegna a noi discepoli il principio di una nuova missione nella quale non siamo soli.

Signore Gesù, grazie per averci riunito ancora nel Tuo nome e averci guidato nel metterci in discussione e nel cercare Te.

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Questa sera noi giovani ci siamo ritrovaticon il parroco per il nostro incontro mensile, nel quale abbiamo rivolto l’attenzione al tempo di Quaresima che stiamo vivendo.

Prima di cominciare abbiamo intonato alcuni canti, poi abbiamo invocato lo Spirito Santo e letto il brano del Vangelo secondo Marco in cui Gesù, dopo le tentazioni a opera di satana nel deserto, realizza il primo annuncio del Vangelo e invita alla conversione (Mc 1, 12-15).

Dopo una breve condivisione sul Vangelo abbiamo visto due video pubblicati dal blog cattolico Buona Novella, dai quali abbiamo ricavato una prima impressione del messaggio di papa Francesco  per la Quaresima 2015. Subito dopo abbiamo letto insieme alcuni brani e abbiamo messo in rilievo le frasi o le riflessione che avevano maggiormente attratto la nostra attenzione, suscitato la nostra curiosità o perplessità. L’aspetto che è al centro del messaggio è l’indifferenza come tentazione e problema sociale che noi  – in quanto cristiani – siamo chiamati ad affrontare. Ma come? Il Papa invita il popolo di Dio a rinnovarsi costantemente per non chiudersi in se stesso; in particolare, sottolinea questi aspetti:

  • la carità di Dio, che ci è offerta dalla Chiesa con il suo insegnamento  e con la sua testimonianza, e che ci permette di servire il prossimo se prima noi ci siamo lasciati servire da Cristo;
  • la consapevolezza della comunione con i santi del Cielo e con tutta la Chiesa terrena, ragione per cui non dobbiamo “trascurare la forza della preghiera di tanti!”;
  • il percorso di formazione del cuore che può essere intrapreso nel tempo di Quaresima per avere un cuore misericordioso, povero, che resiste alla tentazione di credere di potersi salvare da solo, conosce le proprie povertà e si  spende per l’altro.

Al termine della condivisione delle nostre riflessioni, abbiamo visto un altro video che presenta in modo schematico l’intero contenuto del messaggio e abbiamo concluso la serata con la cena condivisa.

Grazie, Signore Gesù, per quest’altra tappa nel nostro cammino. Con le parole del Papa, ti preghiamo di rendere il nostro cuore simile al tuo, perché le nostre comunità e le nostre parrocchie diventino delle isole di misericordia in mezzo al mare dell’indifferenza!

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Gruppo giovani 2015-01-17--22.17.29Oggi, terzo sabato del mese di gennaio, noi giovani del lagaccio ci siamo riuniti, come di consueto in questo periodo di ogni mese, nell’accogliente e familiare salone adiacente alla nostra chiesa del Lagaccio, per condividere una cena insieme e meditare su un nuovo argomento ecclesiale.

Dopo la preghiera iniziale di invocazione allo Spirito Santo  e le lodi al Signore, abbiamo letto insieme un testo tratto dal Vangelo secondo Matteo: l’ipocrisia e il segreto le parole chiave da cui trarre l’insegnamento che esso vuole impartire; pregare, fare penitenza, fare elemosina e digiunare in gran segreto, nel nome del Signore che tutto vede e tutto può, e solo per amore suo; “non sappia la mano sinistra ciò che fa la destra”. Ipocriti sono coloro che fanno tutto ciò per apparire, per essere popolari ed elogiati; ciò che verrà compiuto da loro non avrà valore agli occhi del Signore, poiché le loro intenzioni non sono pure. Essi non avranno ricompensa, mentre sono in grazia di Dio tutti quelli che agiscono in suo nome e con umiltà d’animo.

A seguire, un testo un testo biografico di Santa Teresa di Lisieux: la piccola suora visse nella Francia del XIX secolo, periodo storico caratterizzato da una società “illuminata dalla scienza” e sempre più lontana da Dio, dove l’ateismo prevale sulla spiritualità. Cresciuta in un ambiente profondamente religioso, tanto che i suoi stessi genitori furono a suo tempo proclamati beati, Teresa dedicò la sua breve vita interamente a Dio, amandolo con tutta l’anima e cercando di farlo amare dalla gente. Consapevole che nulla è impossibile a Dio e che egli è infinitamente misericordioso, quasi a volere affrontare personalmente il male che avvelena gli animi umani, prega per la conversione di un criminale macchiato della grave colpa dell’assassinio di tre donne. I suoi sforzi vengono ricompensati quando il criminale, in prossimità del patibolo, si pente dei suoi gesti e bacia il crocifisso dopo un primo rifiuto.

All’età di soli 14 anni decide di seguire le orme delle sue due sorelle e di Santa Teresa d’Avila, a cui era devota, chiedendo a Leone XIII l’ammissione in monastero. Ma la vita claustrale non è facile, soprattutto quando l’ambiente in cui ci si ritrova attorno è intriso di mediocrità, insidie, maltrattamenti e poco spirito di sacrificio da parte delle consorelle. Teresa reagisce a tutto questo con la fede, trasformando i suoi sacrifici di sopportazione in atti di santità e di grintosa positività.

La morte del padre, che la mette a dura prova, apre a Teresa un nuovo spiraglio di luce: avvicinandosi ancora di più alla lettura del Vangelo, ne trae spunto per un nuovo percorso spirituale: l’amore incondizionato verso Dio. Scopre e comunica alle novizie a lei affidate la “piccola via” dell’essere come bambini davanti a Dio, del totale e fiducioso abbandono alla sua volontà.

Spinta dalla vocazione apostolica propagata non solo all’interno, ma anche all’esterno delle mura monastiche, decide e ottiene di accompagnare con il sacrificio e la preghiera di due “fratelli missionari”.

Muore di tubercolosi all’età di 24 anni; le sue ultime parole, “Dio mio io ti amo”, sono una dedica alle anime della terra, e una supplica per la loro comunione con i Santi.

Fu canonizzata da Pio XI il 17 maggio 1925, e da lui stesso proclamata Patrona universale delle missioni. Papa Giovanni Paolo II la proclamò Dottore della Chiesa universale nel 1997, nella domenica celebrativa della Giornata Mondiale delle Missioni.

I suoi manoscritti autobiografici ci hanno regalato non soltanto i ricordi della sua infanzia e della sua adolescenza, ma anche la descrizione delle  sue esperienze spirituali più intime, del suo “incontro” con Dio.

Dopo aver meditato ed espresso ciascuno le proprie impressioni sugli argomenti del giorno, noi ragazzi abbiamo letto e ascoltato due bellissime proiezioni:

  • una di una preghiera musicata della Santa di Lisieux, in cui si scorge chiaramente la sua dichiarazione d’amore al Signore e alle anime dell’universo;
  • l’altra, dedicata alla santa stessa, che credeva nell’infinita misericordia di Dio e nel suo infinito amore verso gli uomini, il quale lo ha portato a farsi debole di corpo ma non di spirito, e a soffrire insieme a noi e per noi, in segno di testimonianza di fede e di riconciliazione fra lo Spirito e l’uomo.

Ultimo passo, consumazione della cena condivisa in pace e armonia, che ci ha portati alla conclusione della serata con spirito rinnovato nell’amicizia fra di noi e nell’insegnamento che i nostri Padri Spirituali ci hanno trasmesso come vera e propria missione della loro vita: la Fede, l’umiltà, il perdono, l’Amore.

 

 

I giovani e san Giuseppe Moscati

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Questa sera noi giovani ci siamo riuniti per svolgere il nostro incontro mensile e continuare il percorso alla scoperta delle figure di giovani santi. Questa volta abbiamo approfondito insieme la testimonianza offerta dalla vita di san Giuseppe Moscati.

Dopo un canto e l’invocazione iniziale allo Spirito Santo abbiamo letto insieme il brano del Vangelo in cui Gesù spiega che nell'amare e servire il prossimo – “i piccoli” –  amiamo e serviamo Lui stesso, e che su questo saremo giudicati quando verrà nella gloria (Matteo 25, 31-46).

Dopo la condivisione sul brano del Vangelo, abbiamo visto un video che riassume la vita del santo, medico e professore universitario, che amò e visse in profondità il Vangelo nella Napoli di fine Ottocento e inizio Novecento. Egli fece del proprio mestiere non la via per la ricchezza o per il prestigio sociale, ma lo strumento per il servizio al prossimo, senza trascurare la vita spirituale: s’impegnava, infatti, a non rinunciare mai alla santa Messa quotidiana nonostante tutti i suoi impegni con gli ammalati, i poveri e gli studenti. Della sua vita ci hanno colpito molto l'umiltà e lo stile di vita da “povero per i poveri”, la discrezione, la perseveranza nella fede e nella fiducia nella Provvidenza che non gli avrebbe fatto mai mancare le forze, l’amore per la Verità.

Grazie, Gesù, per averci donato anche san Giuseppe Moscati. Aiutaci a vivere, sul suo esempio, l’amore a Te e al prossimo!

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locandina film 7 km da GerusalemmeQuesta sera giovani e cresimati ci siamo ritrovati per ricominciare a condividere periodicamente la visione di un film. Oggi abbiamo visto 7 km da Gerusalemme, realizzato dal regista Claudio Malaponti nel 2007 e tratto dall’omonimo romanzo di Pino Farinotti.

Il film narra le vicende di Alessandro, un quarantenne non credente che lascia il proprio lavoro di pubblicitario e vive una crisi familiare, ma che incontra Gesù in carne e ossa durante un pellegrinaggio in Terra Santa. L’incontro con Gesù accresce ulteriormente la sua crisi interiore: scardina le sue convinzioni, innesca il [dubbio]] e fa sì che – di volta in volta – Alessandro riconsideri gli episodi importanti della propria vita grazie al dialogo con Gesù, che l’ha voluto lì per incontrarlo. Quando torna a casa, Alessandro non ha superato del tutto i suoi dubbi, ma non è neanche più quello di prima: si riconcilia con la moglie e la figlia, racconta la propria storia e, su incarico di Gesù, consegna tre messaggi a tre persone di sua conoscenza.

Al termine del film abbiamo confrontato le nostre impressioni in un breve dibattito. Abbiamo paragonato l’esperienza di Alessandro alla nostra esperienza quotidiana, dove l’incontro con Gesù, alla base della nostra fede, è il punto di partenza per un cambiamento, per aprirsi a un modo nuovo di considerare la vita con i suoi eventi e le persone che in essa incontriamo. Abbiamo messo in evidenza che, come Alessandro, anche noi, dopo aver incontrato Gesù, diventiamo suoi “messaggeri”, ovvero suoi testimoni; anche noi siamo messaggeri di Gesù quando, per esempio, con una parola riusciamo a incoraggiare o a consolare qualcuno che ne ha bisogno, o a dare un consiglio.

Signore Gesù, ti ringraziamo per averci riuniti ancora. Fa’ che ti riconosciamo nelle circostanze della vita e che siamo tuoi testimoni!

Il Gruppo Giovani e Marcello Candia

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Questa sera il Gruppo Giovani è tornato a incontrarsi dopo la “pausa” estiva e ha ripreso il cammino di scoperta delle figure di giovani santi, testimoni della fede in Gesù Cristo. Dopo aver conosciuto le storie e le testimonianze di Chiara “Luce” Badano e Pier Giorgio Frassati, questa sera abbiamo approfondito insieme la figura di Marcello Candia.

Dopo alcuni canti e l’invocazione iniziale allo Spirito Santo, abbiamo letto insieme il brano del Vangelo in cui Gesù incontra il giovane ricco (Marco 10, 17-31).

Al termine della condivisione sul brano del Vangelo, abbiamo letto una ricostruzione della vita di Marcello Candia, un “giovane ricco” industriale che ha dato tutto ai poveri e per il quale è in corso la causa di beatificazione. Marcello Candia non ha donato soltanto i suoi beni: ha donato soprattutto se stesso. A cinquant’anni ha lasciato l’impero industriale ereditato dal padre ed è partito per la foresta amazzonica del Brasile, lavorando senza sosta per realizzare ospedali, scuole, villaggi, lebbrosari, conventi, seminari, chiese, associazioni di volontariato, senza mai trascurare la preghiera. Della sua vita ci hanno colpito l’altruismo, la forza e il coraggio che derivano dalla fede, la perseveranza di fronte alle difficoltà e alle incomprensioni, la sua convinzione che “non si può condividere il Pane del cielo, se non si condivide il pane della terra».

Grazie, Signore Gesù, per averci donato questo testimone. Aiuta noi giovani a essere forti nella fede e nell'amore a te e al prossimo.

La gita a Montallegro con i giovani

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montallegro_recco_2014-07-26-11-12-13Oggi noi giovani abbiamo vissuto un’altra bella giornata insieme. Al mattino, dopo aver recitato le Lodi in chiesa, siamo andati a visitare il santuario di Nostra Signora di Montallegro; poi, nel pomeriggio, abbiamo trascorso un’oretta in spiaggia a Recco.

montallegro_recco_2014-07-26-11-31-17La visita al santuario, iniziata con una preghiera spontanea di ringraziamento al Signore e a Maria, è stata arricchita dalla narrazione della storia del santuario e dell'icona mariana in esso custodita. Il rettore del santuario, infatti, ci ha accolto e ci ha spiegato che, alla fine del Cinquecento, epoca in cui  i paesi e i villaggi della riviera ligure erano presi d’assalto dai pirati, un contadino che tornava verso casa da Rapallo e si era fermato a riposarsi lungo un sentiero vide un quadretto su uno sperone di roccia. Appena lo prese, sentì interiormente come una voce che lo spinse a correre di nuovo giù per il sentiero fino in città e invitare gli abitanti a pregare la Madonna perché li avrebbe aiutati. Nonostante lo scetticismo iniziale di alcuni, alla sera tutta la città si riunì in preghiera intorno al quadretto. Qualche giorno dopo il curato guidò una processione di fedeli da Montallegro a Rapallo, dove l’icona rimase esposta in chiesa tutto il giorno.

montallegro_recco_2014-07-26-11-42-08Ma che cosa è raffigurato in quest’icona? Come ha detto lo stesso rettore, si tratta di una rappresentazione della dormitio Virginis, ovvero della Vergine Maria addormentata prima che fosse assunta in cielo dagli angeli secondo il racconto della tradizione religiosa bizantina. In primo piano si può vedere, appunto, la Vergine addormentata; dietro, a sinistra, uno dei padri della Chiesa; a destra, gli apostoli, ognuno con un volto diverso, ma uniti in un solo Corpo, simbolo della Chiesa di Cristo; al centro, la SS. Trinità, rappresentata con un unico corpo e tre teste mentre abbraccia una bambina avvolta in fasce che ha il viso di Maria adulta, a significare la rinascita della Vergine a vita nuova come sarà per ciascuno di noi; in alto, due angeli, ulteriore simbolo della dimensione celeste.

Dopo la visita al santuario abbiamo giocato a pallavolo, accogliendo tra noi anche altri pellegrini: una famiglia milanese, che ha condiviso con noi anche il successivo momento del pranzo al sacco, e una famiglia di turisti spagnoli.

Dopo pranzo siamo andati a Recco per stare un po’ al mare e passare ancora un po’ di tempo insieme.

Grazie, Signore, per il tempo che ci doni. Anche nel tempo dello svago, aiutaci a ricordarci sempre di Te.

Guarda tutte le foto della gita.

Il bivacco dei giovani al Monte Fasce!

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bivacco_monte_fasce_2014-07-13-18-19-00Da ieri mattina a questa sera noi giovani abbiamo vissuto il nostro terzo bivacco nella Piccola Città dell’Immacolata del Monte Fasce.

Abbiamo iniziato con la celebrazione della S. Messa nella nostra parrocchia, in modo da affidare al Signore queste due giornate e i loro frutti.  Al termine della Messa siamo partiti per la nostra meta.

All’arrivo, dopo esserci sistemati nelle camere, ci siamo radunati per introdurre il tema di questo bivacco: le Beatitudini, a partire dall’analisi dei primi due punti del Messaggio di papa Francesco per la Giornata Mondiale della Gioventù che si svolgerà in Polonia nel 2016.

bivacco_monte_fasce_2014-07-12-11-19-59Dopo la lettura collettiva del primo punto del messaggio, dal titolo “La forza rivoluzionaria delle Beatitudini”, ci siamo divisi in due gruppi per  analizzare il testo e condividere le nostre riflessioni.

Nel successivo confronto tra quanto emerso nei gruppi sono state condivise le seguenti considerazioni:

  • leggere e a meditare significa fare silenzio dentro e intorno a noi, rendendosi disponibili all'ascolto della Parola di Dio;
  • Gesù non insegna un sapere teorico, ma trasmette e comunica se stesso, la via della felicità eterna che Lui stesso incarna;
  • non è facile seguire Gesù, ma Lui non ci lascia mai soli e ci dona pace e gioia nelle prove che comporta vivere la santità;
  • Gesù rovescia la scala di valori del mondo e dà valore ai “deboli”, ai “perdenti”, ai piccoli, a chi è nella sofferenza;
  • Gesù ci lascia liberi di scegliere se seguire Lui per arrivare alla vera gioia e riempire di significato la nostra vita, o se camminare per altre vie.

bivacco_monte_fasce_2014-07-12-12-12-06Terminato il confronto, abbiamo proseguito l’attività utilizzando un cartellone contenente le otto Beatitudini. Ognuno di noi ne ha scelto una e vi ha scritto accanto una frase per esprimere come possa essere tradotta, cioè messa in pratica, nella vita di noi giovani. Questo è stato il risultato:

  1. Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno di Dio → Ricordarsi di essere piccoli davanti a Dio e agli altri; riconoscere che si è sempre in cammino verso Dio e che la nostra fede non è mai completa, ma deve sempre crescere;
  2. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati → Di fronte ai problemi della vita quotidiana, come il lavoro non pagato o la preoccupazione per la salute propria e dei familiari, coltivare la speranza del miglioramento;
  3. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra → Cercare di essere dolci e umili;
  4. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati → Desiderare di essere discepoli di Gesù;
  5. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia → Fare esperienza del perdono di Dio e sapere perdonare;
  6. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio → Impegnarsi ad amare senza limiti;
  7. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio → Donarsi senza pregiudizio e vivere con una maggiore apertura mentale e del cuore; partecipare ad attività – per esempio al volontariato internazionale – che abbiano al centro la donazione di se stessi al prossimo;
  8. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei Cieli → Ricordarsi che, quando non siamo compresi a causa del nostro impegno per il Signore, siamo vicini al regno di Dio.

Conclusa questa prima attività con una preghiera spontanea di ringraziamento, ci siamo spostati in cucina e tutti insieme abbiamo preparato il pranzo, mantenendo il clima di condivisione e unità.

bivacco_monte_fasce_2014-07-12-16-11-13Dopo pranzo abbiamo accolto Stefania e Roberto, due giovani responsabili dell'Azione Cattolica, che sono venuti a portarci la loro testimonianza di fede e a farci conoscere l'ACR e il settore Giovani dell’AC. È stato molto bello, sia per noi che per loro, sapere che esistono altri giovani che cercano di vivere la stessa fede e hanno la gioia di camminare insieme verso Gesù. Insieme a Stefania e Roberto, inoltre, abbiamo ripreso alcuni degli argomenti trattati al mattino: la libertà della fede, cioè la scelta di vivere da cristiani  e andare a Messa per una scelta consapevole che è maturata interiormente, non perché a dirlo sono i genitori, il sacerdote o l’abitudine;  la bellezza del progetto di Dio per ognuno di noi, che, come diceva la beata Teresa di Calcutta e come ci ha ricordato Stefania, è come una matita nelle mani di Dio.

A questo incontro è seguito il tempo dei giochi sul piazzale del santuario. Abbiamo fatto un’allegra e intensa partita a calcio, poi siamo passati ai giochi di gruppo. Alla fine dei giochi abbiamo recitato i Vespri in cappella, poi siamo andati in cucina a preparare la cena, facendo i turni per godere anche della bellezza del tramonto.

Consumata la cena, siamo tornati in cappella per celebrare la liturgia penitenziale e concludere la giornata, cogliendo l’occasione di una buona confessione per ricevere la misericordia e la grazia di Dio.

* * *

Oggi abbiamo dato inizio alla giornata recitando le Lodi Mattutine.

bivacco_monte_fasce_2014-07-13-11-24-55Dopo la colazione e un’oretta di tempo libero abbiamo ripreso la nostra attività sul messaggio di papa Francesco per la GMG 2016 a Cracovia. Abbiamo letto insieme il secondo punto, dal titolo “Il coraggio della felicità”, in cui il papa esorta i giovani a cercare la felicità vera, ad andare controcorrente e respingere le tante offerte “a basso prezzo” che troviamo intorno a noi e ci rendono schiavi, portandoci a desiderare sempre di più. Per approfondire questo tema ci siamo divisi in tre gruppi, ciascuno dei quali ha scelto un testo da leggere e mettere in scena in modo da trasmetterne il messaggio agli altri. I tre testi riguardavano ciascuno alcuni episodi della vita di un giovane che ha ricercato la felicità offerta da Cristo:

  1. san Francesco d’Assisi: la drammatizzazione della “perfetta letizia” ci ha trasmesso l’invito ad avere pazienza nella sofferenza e ad  accettare le incomprensioni per amore di Cristo, mantenendo la la pace nel cuore;
  2. la beata Chiara Luce Badano: la rappresentazione di alcuni episodi della vita di Chiara ci ha mostrato un grande esempio del coraggio della fede e dell'abbandono totale alla volontà di Dio nella malattia, che trova la sua sintesi nella frase: “Se lo vuoi tu, Gesù, lo voglio anch’io”;
  3. il beato Pier Giorgio Frassati:  le scene ispirate alla vita di Pier Giorgio hanno messo in evidenza il desiderio di santità di questo giovane che, pur essendo ricco, ha donato se stesso e i suoi beni ai poveri trovando la propria forza nella preghiera costante e nell'Eucaristia quotidiana.

Concluso questo momento, siamo andati chi a preparare il pranzo, chi a preparare i canti per la celebrazione della Messa del pomeriggio.

bivacco_monte_fasce_2014-07-13-16-58-29Dopo pranzo abbiamo accolto i nostri parrocchiani che sono venuti a trovarci; abbiamo fatto merenda insieme e giocato alcuni giochi sul piazzale del santuario e, poi, la santa Messa. La celebrazione dell’Eucaristia è stata, infatti, il momento culminante. Il santuario dell'Immacolata, aperto per l’occasione, ci ha permesso – per via della sua forma circolare – di radunarci tutti attorno alla mensa del Signore, come nell'Ultima Cena. E noi, giovani apprendisti chitarristi, abbiamo avuto il nostro “battesimo” nel servire Dio e la Chiesa con la musica e con il canto.

Congedati i rappresentanti della nostra famiglia parrocchiale, abbiamo dato gli ultimi due calci al pallone e siamo tornati in casa a preparare la cena, pulire e rimettere in ordine. Alla fine della cena siamo partiti per tornare al Lagaccio.

Ti ringraziamo, Signore, e ringraziamo anche Maria, Madre tua e nostra, per averci donato questo tempo e per averci aiutato a viverlo bene, secondo quanto ci hai detto: “Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri” (Gv 13, 35).

Guarda tutte le foto del bivacco.

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gruppo_giovani_2014-06-21-21-22-40Questa sera noi giovani ci siamo ritrovati per l’incontro mensile. Abbiamo vissuto insieme la seconda tappa di un percorso che ci sta portando a scoprire le vite di giovani santi o beati e, con esse, la testimonianza che questi ci hanno lasciato.

In questa occasione, mediante la visione di un video realizzato dall'AC di Nola e la lettura su schermo di alcune diapositive multimediali, abbiamo conosciuto la figura di Pier Giorgio Frassati (1901-1925), vissuto nella Torino di inizio Novecento e proclamato beato da papa Giovanni Paolo II nel 1990.

FrassatiFrassati, proveniente da una famiglia agiata ed educato alla fede dalla madre, fin da adolescente dedicò il suo tempo ai poveri, nei quali riconosceva e incontrava Gesù stesso. Scelse di studiare ingegneria mineraria per condividere le condizioni di lavoro dei minatori, che a quel tempo erano tra i lavoratori più sfruttati e meno pagati. Si impegnava per partecipare alla Messa tutti giorni e amava trascorrere lunghe giornate all’aria aperta insieme ai suoi amici, ai quali ricordava che il segreto della loro unione era pregare gli uni per gli altri. Morì a soli 24 anni per una poliomelite fulminante.

Terminato questo “momento multimediale”, ci siamo disposti in cerchio e abbiamo dato inizio al dibattito. A colpirci maggiormente sono state la ricchezza e l’intensità della vita di Pier Giorgio: 24 anni vissuti pienamente, senza sprecare il tempo donato da Dio, nello studio, nello sport, nel servizio agli altri, nella vita di fede. Ci siamo interrogati sulla volontà di Dio per noi e ci siamo chiesti se mai Gli abbiamo dato la nostra disponibilità per una “chiamata speciale”. In particolare abbiamo messo in evidenza alcune delle frasi che avevamo ascoltato o letto nel momento precedente:

  • «Da te non farai nulla, ma se Dio avrai per centro di ogni tua azione, allora sì, arriverai fino alla fine».
  • «Vivere senza una fede, senza un patrimonio da difendere, senza sostenere in una lotta continua la Verità, non è vivere, ma vivacchiare».
  • «Nel giorno in cui il Signore vorrà, ci ritroveremo insieme nella nostra vera Patria a cantare le lodi di Dio».

Dopo il dibattito abbiamo cenato insieme, condividendo in fraternità e amicizia quanto ciascuno aveva portato: pizze, frittata, insalata, frutta, torta.

Grazie, Signore, perché il cammino continua. I giovani santi siano per noi l’esempio per una vita nuova che sia luce negli ambienti in cui viviamo!

Vedi le altre foto della serata.

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Questa sera noi del Gruppo Giovani e alcuni dei ragazzi cresimati nel 2013 e nel 2012 ci siamo ritrovati per guardare insieme il film Il sole dentro (2012) di Paolo Bianchini.Locandina del film "Il sole dentro"

Dopo una breve preghiera per chiedere a Gesù di benedirci e accompagnarci nella visione del film, abbiamo dato inizio alla proiezione. Il film narra due storie  che si intrecciano fino a formarne una sola: la prima, vera, è quella di Yaguine e Fodé, due ragazzi guineiani che nel 1999 decisero di scrivere una lettera agli onorevoli del Parlamento Europeo al fine di sensibilizzarli ai problemi dei giovani africani e che, per consegnarla, si imbarcarono da clandestini sul vano carrello di un aereo di linea diretto a Bruxelles, dove però morirono assiderati durante il viaggio; la seconda storia, inventata, è quella di Rocco e Thabo, due ragazzi che aspirano a diventare calciatori e che si ritrovano a viaggiare a piedi da Bari a ‘Ndula – un piccolo villaggio della Guinea dove vive la famiglia di Thabo – dopo che quest’ultimo viene allontanato e abbandonato dal manager della propria squadra di calcio perché “non rende” e non è abbastanza promettente. Le due storie si incrociano perché si scopre che a ‘Ndula vive una donna, Chiara, la quale è andata a lavorare con la comunità locale e fa da allenatore di calcio ai ragazzi del posto dopo che nel 1999, quando lavorava all’aeroporto di Bruxelles, aveva scoperto i corpi di Yaguine e Fodé nel vano carrello dell’aereo sul quale viaggiavano e ne aveva accolto l’accorata richiesta di aiuto.

Alla proiezione del film è seguita una breve chiacchierata. Tutti abbiamo apprezzato i temi trattati dal film: l'amicizia, la solidarietà, la condivisione, la speranza, il modo in cui un evento forte possa cambiare la vita e condurre a fare delle scelte importanti. Abbiamo anche discusso sui lati oscuri del calcio, che ad alti livelli sembra perdere la sua natura di sport e somigliare sempre più spesso a un mercato, a un’industria che tratta gli esseri umani come merci di scambio e fonti di reddito. Infine, abbiamo colto – e accolto – l’invito ad essere più attenti al grido dei poveri del mondo, ad occuparci di chi ha bisogno di noi.

Grazie, Signore, perché anche attraverso la visione di un film ci dai occasione di ritrovarci e crescere insieme guardando con maggiore attenzione al mondo che ci circonda.

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locandina film "Vita di Pi"

Questa sera noi del Gruppo Giovani e alcuni dei ragazzi cresimati nel 2013 e nel 2012 ci siamo ritrovati per guardare insieme il film Vita di Pi (2012) di Ang Lee.

Dopo una breve preghiera per chiedere a Gesù e alla Madre Celeste di benedirci e accompagnarci nella visione del film, abbiamo preso posto e avviato la proiezione. Il film racconta la storia di Pi, un ragazzo indiano che, dopo il naufragio della nave su cui stava viaggiando insieme alla sua famiglia per ‘trasferirsi in Canada, si ritrova a dover sopravvivere su una scialuppa di salvataggio in compagnia di una tigre, scoprendo e sperimentando la fede in Dio di cui aveva solo sentito parlare nella sua infanzia.

Nel dibattito che è seguito alla proiezione del film, abbiamo messo in luce alcuni aspetti: la decisione di addomesticare la tigre e la determinazione  con cui porta avanti l’addestramento rappresentano la volontà di affrontare le proprie paure per sopravvivere; la differenza tra l’animale, che agisce per istinto, e l’essere umano, che agisce secondo la propria coscienza; la scoperta della fede come luce anche nei momenti più bui in cui ci si chiede o ci si rivolge a Dio gridando: “Perché  a me? Perché tutto questo?”; la difficoltà e  la diffidenza dell’uomo a credere a una storia che annuncia una novità, qualcosa di diverso rispetto a ciò che ci si aspetta o che è più logico secondo il senso comune.

Grazie, Signore Gesù, perché ci permetti di camminare nella fede anche vedendo un film insieme!

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Tombolata_Giovani_Vecchiette_22_02_2014_1Oggi pomeriggio il Gruppo Giovani è tornato a far visita alle vecchiette!

Siamo arrivati intorno alle 15.30 e siamo stati accolti calorosamente da suor Teresa, suor Chiara e suor Giuliana, che avevano preparato per noi un cartellone con la scritta: “Grazie Giovani. Siate benedetti”.

Ci siamo prima presentati alle signore, perché non conoscevano Aida, Giusy, Helen e Sara che erano lì per la prima volta, poi abbiamo iniziato con una preghiera e il canto “Santa Maria del cammino”. Subito dopo abbiamo proposto di fare insieme una tombolata, si è unita a noi anche Anna e abbiamo giocato per circa un’ora e mezza.

Tombolata_Giovani e Vecchiette_22_02_2014_2

Alla fine della tombolata abbiamo fatto merenda tutti insieme.

Poco dopo siamo andati via, ma non senza impegnarci a ritornare presto!

Grazie, Signore, perché ci fai dono di questo tempo che condividiamo con il nostro prossimo!

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gruppo_giovani_2014-02-15-22-32-13Questa sera il Gruppo Giovani si è riunito per il consueto incontro del terzo sabato del mese.

Abbiamo iniziato con alcuni canti, seguiti dall’invocazione dello Spirito Santo e da un giro di presentazioni necessario per accogliere Giusy, che è stata con noi per la prima volta.

Subito dopo, abbiamo letto dal Vangelo secondo san Matteo (16, 13-19) l’annuncio della missione di Pietro, primo papa. Questa Parola del Signore ha introdotto il tema della serata: a qualche giorno dall’anniversario dell’annuncio delle dimissioni di papa Benedetto XVI (avvenute l'11 febbraio 2013), infatti, ci siamo confrontati sia sulle figure dei due pontefici e sul loro operato come successori di Pietro, sia sull’idea che ciascuno di noi si è costruito su di loro a partire dalle proprie impressioni.

Per facilitare il confronto e renderlo più stimolante, abbiamo utilizzato un esercizio e un quiz:

  • L’esercizio consisteva nell’individuare, elencare per iscritto e commentare le tre caratteristiche più significative di papa Benedetto XVI e di papa Francesco, sulla base delle impressioni che ci ha trasmesso ciascuno dei due. Per papa Benedetto XVI la maggior parte di noi ha indicato rigore, autorevolezza e distacco, ma anche coraggio, solennità, serietà, determinazione, umiltà, mitezza; per papa Francesco sono state indicate semplicità, gioia, vicinanza alla gente (in particolare ai poveri), immediatezza nella comunicazione, allegria, “trasgressione”.
  • Il quiz è stato realizzato utilizzando le citazioni presenti in un articolo pubblicato sul sito dell’Unione Cristiani Cattolici Razionali. Per ogni citazione si chiedeva di segnare con una crocetta la casella “Benedetto” o la casella “Francesco”, a seconda di chi si pensava che fosse l’autore dell’affermazione. Questa attività ci ha fatto rendere conto di come le nostre impressioni condizionino il nostro pensiero: molti di noi, infatti, hanno attribuito a Francesco le affermazioni che sembravano più “rivoluzionarie” e che riguardavano temi come la povertà e l’ambiente, e a Benedetto le affermazioni relative ai temi etici o contenenti termini più difficili da comprendere. Alla fine abbiamo riconosciuto che, nonostante ogni papa sia inevitabilmente diverso da chi lo ha preceduto, la fede in Cristo e i principi che animano la sua missione sono sempre gli stessi e garantiscono continuità: cambiano le persone e i tempi, ma la Parola di Dio rimane uguale nei secoli.

Dopo il quiz abbiamo guardato insieme il video “Siamo contenti di conoscerti” che, in due minuti, cerca di riassumere quelle che sono l’identità e la missione della Chiesa nel mondo da circa duemila anni.

Abbiamo concluso l’incontro recitando una preghiera per papa Francesco e affidando il nostro cammino al Padre e alla Madonna; abbiamo aggiunto anche alcune intenzioni di preghiera spontanee, nelle quali abbiamo ringraziato il Signore per averci chiamato a ritrovarci tutti insieme e averci donato Giusy.

gruppo_giovani_2014-02-15-21-46-16Poi abbiamo disposto i tavoli per la cena conclusiva e abbiamo condiviso pizze, salumi, frittata, insalata, mazamorra morada, frutta e torta al cioccolato.

Grazie, Gesù, perché ci accompagni e ci fai crescere con Te!

Vedi tutte le foto della serata.

L’incontro mensile del Gruppo Giovani

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Questa sera il Gruppo Giovani si è riunito come ogni mese per incontrarsi, condividere e crescere insieme.

Abbiamo iniziato l’incontro invocando lo Spirito Santo sui presenti, a benedizione della serata e del nostro cammino, e ci siamo seduti in cerchio per leggere e commentare il materiale preparato per l’occasione: un brano tratto dal Vangelo secondo S. Giovanni (17, 1-3.6-21), in cui Gesù, poco prima del suo arresto nell'Orto degli Ulivi prega il Padre perché tutti i suoi discepoli siano una sola cosa, come Lui e il Padre: “Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. […] Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi. […] Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno] in me mediante la loro [[parola: perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato”.

Queste parole di Gesù, oltre a ricordarci che siamo entrati nella settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, ci hanno preparato al testo successivo tratto dall’enciclica Lumen Fidei iniziata da papa Benedetto XVI e portata a compimento da papa Francesco. Si tratta dei numeri 37, 38 e 39 che aprono la prima sezione del terzo capitolo “Vi trasmetto quello che ho ricevuto”, dal titolo “La Chiesa, madre della nostra fede”. Questo testo spiega che è impossibile credere da soli: la fede si trasmette da persona a persona, attraverso la testimonianza, attraverso l’incontro, come una luce che si accende per contatto e passa da una candela a un’altra, come accade nella veglia pasquale. Custode di questa luce della fede, che “brilla per tutti gli uomini di tutti i luoghi, passa anche attraverso l’asse del tempo, di generazione in generazione”, è la Chiesa, nella quale formiamo “una nuova famiglia” per mezzo dello Spirito Santo.

Dopo la lettura del secondo testo abbiamo dato ampio spazio alla condivisione. Ciascuno di noi ha messo in evidenza ciò che l’aveva maggiormente colpito. Ci siamo soffermati sulla differenza tra il vivere con la luce della fede e il vivere senza, sulla difficoltà della testimonianza oggi e sulle critiche che ci vengono da chi è lontano, da chi dice di non credere perché ha perso la fiducia nella Chiesa, nei cristiani che “dicono e non fanno”. Ci siamo detti, allora, che la nostra testimonianza deve avvenire attraverso la nostra vita, perché attraverso la vita di ciascuno si rifletta e sia visibile la luce della fede a chi ci incontra.

Prima di concludere abbiamo visto insieme il video “Siamo contenti di conoscerti“, che presenta la Chiesa Cattolica riassumendone in pochi minuti l’identità, la missione e la storia millenaria.

Abbiamo poi concluso l’incontro con alcuni canti e con una preghiera recitata spontaneamente un pezzo per ciascuno.

Infine, abbiamo condiviso e consumato la cena (torta di bietole, buccellati e panettone).

Grazie, Signore, perché il cammino verso di Te continua. Grazie perché, nonostante non fossimo in molti, abbiamo trascorso ugualmente un bel momento di condivisione, riflessione e allegria.

Il cartellone di Natale

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Cartellone_Natale_gruppo_giovani_2013-12-29--12.19.58Nel ritiro di domenica 22 dicembre noi del Gruppo Giovani abbiamo deciso di fare tutti insieme un cartellone con un messaggio da dare alla comunità per Natale.

Stamattina, dopo aver fatto visita alle vecchiette, in ufficio abbiamo cominciato a lanciare delle idee che ci avevano colpiti nel ritiro, e dopo aver deciso la frase per la comunità ci siamo messi a preparare il cartellone, disegnando e colorando.

Il cartellone rappresenta Gesù bambino che si è fatto piccolo per noi, come dice la scritta posta in alto. Abbiamo scelto questo messaggio perché volevamo ricordare alla comunità che l’amore di Dio è così grande che ha deciso di venire a stare tra di noi come un uomo piccolo e povero.

La scritta forma un arco, a rappresentare la grotta in cui è nato Gesù; sopra la scritta, infatti, c’è anche la stella che indica la nascita del Salvatore.

Grazie Signore, per averci aiutato a fare il cartellone per la comunità!