Contributi con l'argomento Angelo Bagnasco
Con la solenne Messa in piazzale Kennedy si è concluso il Congresso Eucaristico Nazionale di Genova, alla presenza dei vescovi italiani, dei delegati delle diocesi e di sacerdoti, diaconi e fedeli genovesi.
La celebrazione è stata resa ancora più bella dal collegamento con l’Angelus del papa a mezzogiorno. Hanno partecipato 20.000 persone, oltre a tutti quelli che a Genova e in tutta Italia hanno seguito via TV.
Nei giorni scorsi il Congresso si è svolto tra la Messa d’inizio di piazza Matteotti, i momenti di adorazione eucaristica, le celebrazioni penitenziali, la visita ai luoghi della misericordia, le catechesi dei vescovi: l'Eucaristia celebrata, adorata, e resa carità vissuta. Lo specifico di questo Congresso è stato il contemplare l’intreccio di tutte le dimensioni del mistero eucaristico.
Alla Messa finale erano presenti i nostri chierichetti, nonché vari malati e molti fedeli.
Grazie Signore per quanto abbiamo vissuto!
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Argomenti: Angelo Bagnasco, Congresso eucaristico, Eucaristia
Categorie: Iniziative diocesane
Questa sera abbiamo iniziato solennemente il Congresso eucaristico.
Alla Messa delle 20,30, presieduta dal card. Bagnasco, hanno presenziato moltissimi preti genovesi e tanti preti delegati di altre diocesi.
Naturalmente la gioia di essere in tanti stretti a Cristo fattosi pane di vita eterna, ma poi anche la bellezza di sentirsi Chiesa in tanti!
Terminata la Messa abbiamo accompagnato processionalmente Cristo Eucaristia nella Cattedrale di San Lorenzo.
Argomenti: Angelo Bagnasco, Congresso eucaristico
Categorie: Iniziative diocesane
Oggi la nostra parrocchia è in festa perché dieci ragazzi, dopo essere stati accolti nella Chiesa il giorno del loro Battesimo, hanno ricevuto il sigillo dello Spirito Santo che li ha confermati cristiani nella Cresima.
Il Sacramento è stato amministrato da S. E. il Card. Angelo Bagnasco, che i ragazzi avevano avuto già conosciuto durante il ritiro alla Madonna della Guardia. Per tutti noi la presenza del nostro arcivescovo è sempre molto gradita e importante: è il pastore della nostra diocesi, è il successore degli apostoli, che il giorno di Pentecoste hanno ricevuto il dono dello Spirito Santo (Atti 1,8; 2,4).
L’omelia del Cardinale è stata a tratti molto esigente, ma al tempo stesso veniva dal cuore: “Il vostro cammino cristiano non sarà sempre facile, ha detto, incontrerete difficoltà, tribolazioni, ma queste tribolazioni fanno parte della strada per seguire Gesù, dobbiamo lasciare che lo Spirito ci trasformi, che ci dia coraggio di andare controcorrente”. Ha poi portato l’esempio di alcuni giovani egiziani, uccisi perché cristiani; quei giovani sono stati posti di fronte alla terribile alternativa tra la conversione all’islam e la morte, ed hanno risposto che avrebbero seguito Gesù fino alla morte. Hanno detto “Noi amiamo, Gesù!” ed hanno pagato con la vita.
Il Cardinale ha fatto anche l’esempio che seguire Gesù è come un sentiero tortuoso in salita, faticoso; a volte ci si inciampa, poi ci si rialza per arrivare alla vetta e quando si arriva in cima… che panorama meraviglioso! La nostra vetta è Gesù!
Il Cardinale ha poi raccomandato ai ragazzi di testimoniare la loro fede, senza paura: a scuola, in palestra, con gli amici, anche a costo di essere derisi. Ha lanciato questo messaggio “Non abbiate paura!”.
Chiamati uno per uno, i ragazzi hanno pronunciato il loro “eccomi”; il vescovo ha allora imposto le mani su di loro ed ha invocato lo Spirito Santo, dopodiché li ha segnati in fronte con il crisma, segno della conferma del nostro Battesimo. I padrini e le madrine tenevano la mano sulla spalla dei loro figliocci in segno di accompagnamento dei ragazzi nella loro crescita di fede. Dopo le parole “Ricevi il Sigillo dello Spirito Santo che ti è dato in dono”, il vescovo ha dato ad ogni cresimando uno schiaffetto simbolico, ad annunciare la fortezza con cui saranno chiamati a dare testimonianza.
Ringrazio il Signore per questi ragazzi: ognuno di loro ha dei talenti che può mettere a frutto nella nostra parrocchia, nella Chiesa; tutti speriamo che continuino il loro cammino per testimoniare l’Amore di Gesù, con quel coraggio, quella fortezza che hanno ricevuto nello Spirito Santo.
Vogliamo anche ringraziare Rosanna e Giuliana per il loro impegno catechistico quando il gruppo era diviso in due parti.
Io e Nina abbiamo cercato in questi anni di “seminare” in questi ragazzi, nella speranza che quel piccolo seme cresca e non secchi mai; la nostra fede infatti è come una piantina, va sempre innaffiata per far sì che non secchi e muoia.
Come ogni anno, la nostra diocesi ha vissuto oggi la processione cittadina del Corpus Domini.
E, come ogni anno, i bambini della Prima Comunione hanno vissuto il loro momento alla Chiesa del Gesù e poi si sono uniti alla processione.
In Cattedrale il cardinal Bagnasco ha invitato tutti ad amare intensamente l'Eucaristia, e ha invitato tutti a partecipare al prossimo Congresso Eucaristico, che si terrà nella nostra città da giovedì 15 a domenica 18 settembre.
Argomenti: Angelo Bagnasco, Corpus Domini, Prima Comunione, Processioni
Categorie: Iniziative diocesane
Presentazione alla Diocesi
dell’Esortazione Apostolica
del Santo Padre Francesco
“Amoris Laetitia”
del card. Angelo Bagnasco, Arcivescovo di Genova, Venerdì 15.4.2016
È con gioia che presento e consegno alla Diocesi l’Esortazione Apostolica del Santo Padre Francesco a conclusione del Sinodo sulla famiglia che ha coinvolto le comunità cristiane di tutto il mondo. Il titolo del Documento — “Amoris laetitia” — subito indica l’ampiezza dell’argomento nonché l’ansia pastorale che ne deriva. Infatti, da sempre il Papa ha ricordato che ragionare sulla realtà della famiglia oggi, significa affrontare anche il decisivo tema dell’amore umano, che trova nel nucleo familiare la sua forma umanamente più evidente, e nel sacramento del matrimonio il suo vertice di significato e di grazia. Siamo grati al Santo Padre per questo ulteriore dono che fa alla Chiesa, ma anche ad ogni persona di buona volontà.
Il documento affronta, in nove capitoli e 325 paragrafi, la realtà dell’amore nella sua bellezza e nelle sue sfide, la preparazione al matrimonio, la realtà dei coniugi che vivono – con la grazia di Dio e l’impegno personale – la fedeltà del matrimonio. Ma anche offre numerosi spunti e indicazioni per la pastorale familiare, l’accompagnamento delle giovani coppie, il sostegno alla famiglia, l’educazione dei figli, le situazioni di fragilità e le ferite. È dunque una riflessione a tutto campo. Il testo richiede, pertanto, una lettura personale, attenta e completa, senza la quale si cade inevitabilmente in interpretazioni affrettate e distorte.
Mi pare che un’affermazione del paragrafo 300 riveli il genere letterario del documento: “È comprensibile che non ci si dovesse aspettare dal Sinodo o da questa Esortazione una nuova normativa generale di tipo canonico, applicabile a tutti i casi. È possibile soltanto un nuovo incoraggiamento ad un responsabile discernimento personale e pastorale dei singoli casi particolari”. Il Papa, dunque, rilancia l’incoraggiamento al discernimento che si basa su alcuni criteri di ordine spirituale, morale e pastorale.
L’Esortazione è come un grande affresco, dove troviamo tinte chiare e nette – che sono il messaggio della Parola di Dio e il magistero della Chiesa (capp. 1 e 3) — insieme a colori sfumati che esprimono una complessità che chiede di essere accompagnata con particolare discernimento (capp.2, 6, 8). Nell’affresco troviamo anche un ricco e felice impasto di tipo antropologico-esistenziale, che riguarda la natura e la pedagogia dell’amore, la sua innata fecondità, l’ educazione dei figli (capp. 4,5,7), per concludere con la spiritualità coniugale e familiare (cap.9). Questo ampio quadro si trova incastonato nella cornice della grazia e della misericordia di Dio, che in Cristo svela il suo volto e il suo stile, e che illumina e dà tono ad ogni considerazione. È evidente che non è possibile riportare tutta la ricchezza del Documento, ma cerco di darne una sintesi essenziale e fedele. Tralascio il capitolo primo — alla luce della Parola — perché sarà ripreso dal capitolo terzo nella luce di Gesù.
Comincio pertanto dal secondo capitolo sulla lettura della realtà. Il Papa, dopo aver affermato che “il bene della famiglia è decisivo per il futuro del mondo e della Chiesa” (n. 31), con grande lucidità prende atto della situazione: “bisogna considerare il crescente pericolo rappresentato da un individualismo esasperato che snatura i legami familiari e finisce per considerare ogni componente della famiglia come un’isola, facendo prevalere, in certi casi, l’idea di un soggetto che si costruisce secondo i propri desideri assunti come un assoluto” (n. 33); “si teme la solitudine (…) ma nello stesso tempo cresce il timore di essere catturati da una relazione” (n. 34). E subito aggiunge che, nonostante tutto, “come cristiani non possiamo rinunciare a proporre il matrimonio allo scopo di non contraddire la sensibilità attuale, per essere alla moda” (n. 35). Cercando di motivare la diffiisa rinuncia a celebrare il matrimonio, il Papa — facendo eco ai Padri sinodali — ricorda motivi di tipo economico, di studio, di lavoro, di casa e altro, e denuncia “il calo demografico dovuto a una mentalità antinatalista e promosso dalle politiche di salute riproduttiva” (n. 42). Una parola particolarmente accorata e severa risuona per la miseria (cfr n. 49) e per la situazione inaccettabile dei bambini violati in molti modi – dallo sfruttamento sessuale al lavoro minorile – ai bambini di strada, ai bambini migranti. La sua voce si leva anche verso alcune derive che sembrano avanzare indisturbate come diritti di civiltà: “L’eutanasia e il suicidio assistito sono gravi minacce per le famiglie in tutto il mondo” (n. 48). La lettura della realtà è puntuale e molto ampia, non è qui possibile darne piena contezza: fra l’altro, afferma che “le unioni di fatto o tra persone dello stesso sesso non si possono equiparare semplicisticamente al matrimonio” (n. 52), e rileva che “avanza in molti paesi una decostruzione giuridica della famiglia che tende ad adottare forme basate esclusivamente sul paradigma dell’autonomia della volontà” (n. 53). Parlando poi della dignità della donna, ricorda “la pratica dell’utero in affitto o la strumentalizzazione e mercificazione del corpo femminile nell’attuale cultura mediatica” (n. 54), mentre, a proposito di “gender, che nega la differenza e la reciprocità naturale di uomo e donna”, ricorda che esso “svuota la base antropologica della famiglia. (…) Una cosa è comprendere la fragilità umana e la complessità della vita, altra cosa è accettare ideologie che pretendono di dividere in due gli aspetti inseparabili della realtà” (n. 56). A fronte di queste sfide, il Papa avverte che “nessuno può pensare che indebolire la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio sia qualcosa che giovi alla società. Accade il contrario: pregiudica la maturazione delle persone, la cura dei valori comunitari e lo sviluppo etico delle città e dei villaggi. Non si avverte più con chiarezza che solo l’unione esclusiva e indissolubile tra un uomo e una donna svolge una funzione sociale piena, essendo un impegno stabile e rendendo possibile la fecondità” (n. 52). E successivamente ribadisce che “il matrimonio va oltre ogni moda passeggera e persiste. La sua essenza è radicata nella natura stessa della persona umana e del suo carattere sociale” (n. 131).
Alzando lo sguardo a Cristo, nel capitolo terzo il Santo Padre apre una specie di inno, pieno di stupore e gratitudine, sulla bellezza del matrimonio e della famiglia: “questo è il mistero del Natale e il segreto di Nazaret, pieno di profumo di famiglia!” (n. 65). E ispirandosi al Concilio Vaticano II, ricorda che l’Assise “ha definito il matrimonio come comunità di vita e di amore (…). Il vero amore tra marito e moglie implica la mutua donazione di se, include e integra la dimensione sessuale e l’affettività (…). Cristo Signore viene incontro ai coniugi cristiani nel sacramento del matrimonio, e con loro rimane. (…) Egli assume l’amore umano, lo purifica, lo porta a pienezza, e dona agli sposi, con il suo Spirito, la capacità di viverlo” (n. 67), così da diventare “Chiesa domestica”. Per questo “l’unione sessuale, vissuta in modo umano e santificata dal sacramento, è a sua volta per gli sposi via di crescita nella vita della grazia” (n. 74). La bellezza della famiglia è talmente grande e profonda, radicata nel cuore della Trinità Santa, che essa diventa specchio per la Chiesa che si concepisce come “famiglia di famiglie” (n. 87).
Il capitolo quarto è un esempio di educazione all’amore a partire dall’inno alla carità dell’Apostolo Paolo. Ritengo che sarà paradigmatico per l’ educazione affettiva dei ragazzi e dei giovani, nonché un utilissimo approfondimento e un vademecum per gli sposi di ogni età. In 75 paragrafi (89-164) il Papa entra nell’ articolata realtà dell’amore nei diversi aspetti e stati di vita, dal matrimonio alla verginità, soffermandosi, fra l’altro, su un tema a lui molto caro, quello della tenerezza: nella società dei consumi “tutto esiste per essere comprato, posseduto e consumato: anche le persone. La tenerezza, invece, è una manifestazione di questo amore che si libera dal desiderio egoistico di possesso egoistico” (n. 127). E aggiunge: “l’esperienza estetica dell’amore si esprime in quello sguardo che contempla l’altro come un fine in se stesso, quand’anche sia malato, vecchio, o privo di attrattive sensibili” (n. 128). Con grande concretezza, il Papa mette in guardia anche da una “idea celestiale dell’amore terreno (che) dimentica che il meglio è quello che non è stato ancora raggiunto, il vino maturato nel tempo” (n. 135), ricordando che l’aspetto fisico muta ma la persona resta.
Il capitolo quinto è dedicato all’amore fecondo, con accenni commoventi all’attesa tipica della gravidanza, al “valore immenso” (n. 170) dell’ “embrione dall’istante in cui è concepito” (n. 168). Difende in modo netto il diritto di ogni bambino “di ricevere l’amore di una madre di un padre, entrambi necessari per la sua maturazione integra e armoniosa” (n. 172), ed esalta il ruolo delle madri come “l’antidoto più forte al dilagare dell’individualismo egoistico. Sono esse a testimoniare la bellezza della vita” (n. 174).
Il capitolo sesto affronta alcune prospettive pastorali e si sofferma in modo particolare sulla preparazione al matrimonio, invitando a parlare alla vita concreta dei nubendi, in modo tale che possano intuire che il messaggio evangelico non solo è bello in se, ma c’entra con il loro amore, le loro attese, forse paure e incertezze. C’entra, illumina e sostiene! In undici paragrafi (205-2016), il Papa dà indicazioni e suggerimenti puntuali che saranno di grande aiuto anche per la nostra Diocesi in questo importante servizio. Mette anche in evidenza un pericolo non raro per la vita degli sposi, quello di nutrire aspettative troppo alte rispetto alla vita coniugale (cfr n. 221), dimenticando che “l’amore è artigianale”, cioè è opera umile e paziente di tutti i giorni. Per la pastorale delle famiglie raccomanda — specialmente nei primi anni — “la presenza di coppie di sposi con esperienza” (n. 223) che possano accompagnare con discrezione le coppie più giovani; come pure i gruppi per “riunirsi regolarmente, per promuovere la crescita della vita spirituale e la solidarietà nelle esigenze concrete della vita” (id.), nonché ritiri personali e di coppia, e “rituali quotidiani condivisi” (225). Un altro richiamo incoraggiante è quello di utilizzare con spirito missionario ogni occasione per accostare e parlare a sposi che non frequentano più o non hanno mai frequentato la Chiesa: battesimi, matrimoni, prime comunioni, funerali, benedizione delle case… (cfr n. 230).
Con acutezza di analisi il Papa indica le difficoltà che facilmente si presentano alla coppia mettendola a rischio: lo fa con fiducia, con la serenità che viene dalla fede nella grazia di Dio e nella buona volontà dei cuori che si sono scelti per la vita. In questo capitolo si entra nelle situazioni più delicate: riprendendo l’insegnamento costante dice che “bisogna riconoscere che ci sono casi in cui la separazione è inevitabile” (n. 241), e che “un particolare discernimento è indispensabile per accompagnare pastoralmente i separati, i divorziati, gli abbandonati” (n. 242), e ricorda che “le persone divorziate ma non risposate (…) vanno incoraggiate a trovare nell’Eucaristia il cibo che le sostenga nel loro stato (…), (e) ai divorziati che vivono una nuova unione è importante far sentire che sono parte della Chiesa, che non sono scomunicati e non sono trattati come tali” (n. 242, 243).
In questo orizzonte il Papa, facendo suo un auspicio dei Padri Sinodali, invita a considerare l’eventuale “riconoscimento dei casi di nullità” attraverso i Tribunali ecclesiastici oppure, in casi precisi, attraverso il Vescovo stesso (cfr n. 244). Il Papa afferma che “il divorzio è un male, ed è molto preoccupante la crescita del numero dei divorziati” (n. 246). Nell’affrontare queste situazioni particolari, usa tre verbi molto presenti nel testo: “discernere, accompagnare e integrare”.
Il capitolo settimo riguarda l’educazione di figli, compresa l’educazione sessuale e alla fede. In 31 paragrafi (259-290), troviamo un programma di scuola per genitori che sarà molto utile anche per la nostra pastorale.
Nell’ottavo capitolo troviamo la continuazione del sesto, con il titolo “accompagnare, discernere, integrare le fragilità”. Inizia dichiarando che “ogni rottura del vincolo matrimoniale è contro la volontà di Dio” e che la Chiesa “deve accompagnare con attenzione e premura i suoi figli più fragili, segnati dall’amore ferito e smarrito” (n. 291). Dopo aver ribadito cos’è il matrimonio cristiano, conferma la prassi per cui certe situazioni — come “il matrimonio solo civile o, fatte salve le debite differenze, perfino una semplice convivenza” – sono da affrontate come occasioni da accompagnare nello sviluppo verso il sacramento del matrimonio”(cfr n. 293).
Ma la maggiore delicatezza si impone nei casi di divorziati e risposati. Che cosa vuol dire mettere in atto il necessario discernimento, discernimento che ogni sacerdote è chiamato ad avere specialmente in confessionale, e che è composto da scienza e prudenza? Scienza che conosce i principi dell’agire morale, e prudenza che è la capacità di tradurli nei casi concreti sapendo che non esistono soluzioni semplici ne facili eccezioni? Discernimento, dunque, che non può mai essere separato dalle esigenze di verità e carità del Vangelo, e dall’insegnamento della Chiesa. A questo punto il Papa cita Giovanni Paolo II nella sua Esortazione Apostolica Familiaris consortio (22.11.1981), dove il Santo Pontefice parla della “legge della gradualità” e precisa che “la legge della gradualità, o cammino graduale, non può identificarsi con la gradualità della legge, come se ci fossero vari gradi e varie forme di precetto nella legge divina per uomini e situazioni diverse” (Familiaris Consortio, 34). Papa Francesco commenta dicendo che si tratta della “gradualità nell’esercizio prudenziale degli atti liberi in soggetti che non sono in condizione di comprendere, di apprezzare o di praticare pienamente le esigenze oggettive della legge” (n. 295).
Per cercare di chiarire il criterio indicato, bisogna rifarsi ad un principio generale della morale fondamentale, quella cioè che si occupa anche della formazione della coscienza e del suo ruolo nel giudizio di moralità dei propri atti. Il principio si formula così: non sempre la gravità oggettiva di un’azione corrisponde alla responsabilità soggettiva di chi la compie. Il Catechismo della Chiesa Cattolica — confermando la dottrina di sempre — e che il Santo Padre cita, così afferma: “L’imputabilità e la responsabilità di un’azione possono essere diminuite o annullate dall’ignoranza, dall’inavvertenza, dalla violenza, dal timore, dalle abitudini, dagli affetti smodati e da altri fattori psichici oppure sociali” (n. 302). Sono le cosiddette circostanze attenuanti: “per questo — continua l’Esortazione — un giudizio negativo su una situazione oggettiva non implica (automaticamente) un giudizio sull’imputabilità o sulla colpevolezza della persona coinvolta” (id). Ecco il discernimento che il Pastore è chiamato da sempre a fare nel colloquio con le anime, e che il Papa ribadisce e incoraggia: “I presbiteri hanno il compito di accompagnare le persone interessate sulla via del discernimento secondo l’insegnamento della Chiesa e gli orientamenti del Vescovo” (n. 300). “Il colloquio col sacerdote, in foro interno, concorre alla formazione di un giudizio corretto su ciò che ostacola la possibilità di una più piena partecipazione alla vita della Chiesa (…). Dato che nella stessa legge non c’è gradualità, questo discernimento non potrà mai prescindere dalle esigenze di verità e di carità del Vangelo proposte dalla Chiesa” (id). Il Papa precisa, poi, la necessità di alcuni atteggiamenti nel cuore di chi si trova in difficoltà e vuole fare veramente luce sulla sua situazione: “umiltà, riservatezza, amore alla Chiesa e al suo insegnamento, nella ricerca sincera della volontà di Dio e nel desiderio di giungere ad una risposta più perfetta ad essa. Questi atteggiamenti — continua il Papa — sono fondamentali per evitare il grave rischio di messaggi sbagliati, come l’idea che qualche sacerdote possa concedere rapidamente ‘eccezioni’, o che esistano privilegi sacramentali in cambio di favori. Quando si trova una persona responsabile e discreta, che non pretende di mettere i propri desideri al di sopra del bene comune della Chiesa, con un Pastore che sa riconoscere la serietà della questione che sta trattando, si evita il rischio che un determinato discernimento porti a pensare che la Chiesa sostenga una doppia morale” (id).
Il Santo Padre, in precedenza, aveva anche incoraggiato affinché i divorziati risposati siano “più integrati nelle comunità cristiane nei diversi modi possibili, evitando ogni occasione di scandalo” (n. 299); “ovviamente — aggiunge – se qualcuno ostenta un peccato oggettivo come se facesse parte dell’ideale cristiano, o vuole imporre qualcosa di diverso da quello che insegna la Chiesa, non può pretendere di fare catechesi o di predicare, e in questo senso c’è qualcosa che lo separa dalla comunità. (…) Ma perfino per questa persona può esserci qualche maniera di partecipare alla vita della comunità: in impegni sociali, in riunioni di preghiera, o secondo quello che la sua personale iniziativa, insieme al discernimento del pastore, può suggerire” (n. 297).
Infine, l’ultimo capitolo tratta della spiritualità coniugale e familiare: è a questo livello che avviene la sintesi dell’amore nella vita quotidiana della coppia e della famiglia. Il Papa, attraverso alcuni sottotitoli molto significativi, descrive la via della santità dentro l’amore sacramento. Parlando della comunione soprannaturale, della preghiera in famiglia, della spiritualità dell’amore esclusivo e libero, e infine della spiritualità della cura, della consolazione e dello stimolo, l’affresco si completa nella luce: essa è dono ma non senza prezzo, viene dal cielo ma si impasta ogni giorno nella terra feconda della vita dei coniugi e della famiglia. Veramente, come leggiamo all’inizio dell’Esortazione, “la gioia dell’amore che si vive nelle famiglie è anche il giubilo della Chiesa” (n. 1).
Argomenti: Amoris Laetitia, Angelo Bagnasco, Famiglia, Papa Francesco
Categorie: Chiesa Universale
Anche quest’anno noi ragazzi del Lagaccio ci siamo riuniti per celebrare la veglia delle palme in occasione dell’evento Pasquagiovani, che coinvolge i gruppi dei ragazzi delle varie parrocchie di Genova.
Questa volta la Veglia è iniziata nella parrocchia di Santa Maria di Castello, e da lì ci siamo mossi verso la Cattedrale di San Lorenzo. Siamo entrati nella Cattedrale non per le porte frontali, come sempre, ma attraverso la Porta Santa, che abbiamo varcato acquisendo l'indulgenza dell'Anno Santo della Misericordia.
In Cattedrale c’è stato un primo momento dedicato all'adorazione eucaristica e al Sacramento della Penitenza.
Poi ha parlato il nostro arcivescovo. Il tema dell'omelia che ha tenuto il Cardinal Bagnasco è stato quello della misericordia, della riconciliazione e del perdono nel senso più vivo del termine. La parabola del figliol prodigo, o meglio, del padre misericordioso, spiega perfettamente questi termini: la misericordia di un padre che perdona il proprio figlio dei suoi errori, delle negligenze, dell’allontanamento dal giusto, da chi lo ama; la riconciliazione di un figlio con la propria famiglia, con un fratello che lamenta le attenzioni particolari che il padre dedica al prodigo ravveduto ma che con pazienza e amore vengono esplicate in un modo assolutamente esaustivo: “tu, figlio mio, sei con me ogni giorno, ma il tuo fratello che oggi abbiamo ritrovato merita un festeggiamento particolare, perché egli era perduto, e lo abbiamo ritrovato”.
Siamo ritornati portando con noi il ramo di palma benedetto dal vescovo: domani lo useremo nella processione delle palme della nostra parrocchia.
Grazie Signore per questo momento bello!
Argomenti: Angelo Bagnasco, Cattedrale, Palme
Categorie: Iniziative diocesane
La presenza del cardinal Bagnasco ha reso bella anche quest’anno la solennità di San Giuseppe, nostro patrono.
Il cardinale ha presieduto la solenne concelebrazione delle ore 11, presenti i confratelli preti del vicariato. La comunità ha partecipato con gioia.
Dopo la Messa il pranzo con i confratelli, preparato con amore dall’equipe di cucina.
Argomenti: Angelo Bagnasco, Feste patronali, S. Giuseppe
Categorie: Vita parrocchiale
Questa sera noi giovani abbiamo partecipato alla Festa d'Avvento in Cattedrale. Come ogni anno, la Diocesi ha invitato tutti i giovani presenti a Genova e dintorni a pregare insieme, incontrare l'Arcivescovo e celebrare il sacramento della Riconciliazione per iniziare il cammino verso il Natale.
La festa ha avuto inizio con la recita dei Vespri, presieduti dal vescovo ausiliare mons. Nicolò Anselmi. A seguire abbiamo ascoltato la catechesi del card. Angelo Bagnasco, che ha trattato tre punti principali e ci ha rivolto alcune domande:
- Che tipo di cammino ho fatto dall’anno scorso a oggi? Che cosa è cambiato in me nell’arco di quest’anno? Sono cambiato in meglio o in peggio? E in che cosa? Il bilancio è positivo o negativo?
- Chi o che cosa è il centro della mia vita? Mi lascio dominare dalle emozioni, dalle pulsioni, dalle sirene del mondo? Scelgo di vivere, e non solo di vivacchiare, mettendo Gesù al centro?
- Prima di decidere e di agire, mi chiedo che cosa farebbe Gesù in quella situazione? Mi impegno a fare discernimento, a far luce su ciò che è bene e su ciò che è male guardando all’esempio di Gesù?
Sottomettendo la nostra vita quotidiana al giudizio di Gesù e affidandoGli tutto ciò che siamo – ha concluso il nostro Arcivescovo – troveremo le risposte e scopriremo di essere cresciuti.
Dopo la catechesi si è svolta l'adorazione eucaristica, arricchita da canti e musica che favorivano il raccoglimento. Nel frattempo, alcuni sacerdoti erano disponibili per chiunque volesse accostarsi alla Confessione.
La festa si è conclusa con la benedizione eucaristica e la presentazione delle attività organizzate dal Centro San Matteo di Pastorale Giovanile in vista della prossima GMG, che avrà luogo a Cracovia nel mese di luglio del 2016.
Nel Chiostro dei Canonici, infine, si è dato spazio a un momento di fraternità e condivisione con musica e cioccolata calda per tutti.
Grazie, Signore, per averci chiamato a pregarti e ad affidarci a te per riprendere il cammino. Ci prepariamo ad accoglierTi ancora una volta. Ti aspettiamo!
Argomenti: Angelo Bagnasco, Avvento, Cattedrale, Giovani, Nicolò Anselmi
Categorie: Iniziative diocesane
sabato
28
Novembre
2015
Il Cardinale incontra i ragazzi della Cresima: Custodi del mondo che ci è donato!
Oggi si è svolto l’annuale incontro di S. E. il Card. Angelo Bagnasco con i cresimandi e i cresimati in Cattedrale. Il tema era desunto dall’enciclica di Papa Francesco Laudato sii, che parla della responsabilità che l’umanità deve vivere verso il creato.
Anche la nostra parrocchia ha preso parte all’incontro. Con Rosanna abbiamo accompagnato un gruppetto composto da alcuni ragazzi/e della nostra parrocchia. Il ritrovo era in Piazza San Lorenzo per una grande caccia al tesoro per le strade dei vicoli del centro. Formati i gruppi e consegnate le mappe delle vie, siamo partiti! C’erano molti gruppi di ragazzi di altre parrocchie, è stata una gioia vedere tanti giovani accorsi per giocare e pregare tutti insieme!
Il gioco consisteva nel rispondere a domande formulate da ragazzi incaricati situati in vari punti del centro storico: alla risposta corretta si riceveva una lettera dell’alfabeto; le lettere tutte insieme, in totale dieci, alla fine del gioco avrebbero formato una frase che era proprio il titolo dell’Enciclica del Papa Laudato sii.
I nostri ragazzi se la sono cavata benissimo e velocemente, e a metà del gioco ci ha raggiunti don Paolo che ha dato anche lui il suo contributo per la riuscita!
Terminato il gioco siamo entrati nella Cattedrale per un momento di preghiera e per l’incontro con il Vescovo. La Cattedrale era piena! Vi era un grande cartellone raffigurante il mondo, e ai piedi del cartellone nei vari momenti di preghiera sono stati posati alcuni simboli.
Dopo aver ascoltato la Parola di Dio ha fatto la riflessione il Cardinale, facendo domande ad alcuni ragazzi per comprendere meglio l’impegno di tutti per rispettare, conservare, custodire il tesoro della creazione, la “casa comune” di tutti noi, come Papa Francesco l’ha voluta definire.
Ed effettivamente tutto quello che ci circonda è un dono che si rinnova ogni giorno, ha osservato il Cardinale, e si è raccomandato ai ragazzi di non dimenticarsi di dire “grazie” ai loro genitori.
Il Cardinale ha aggiunto che non si deve dimenticare il rispetto verso gli animali, i prati, le strade, gli oggetti di ogni genere: non sciupare le cose di casa, non sprecare l’acqua, non buttare nulla per strada… ma il rispetto si allarga a tutti, anche alle persone, quindi non offendere, non ferire con le parole, non mancare di rispetto agli amici, alle persone anziane, ecc.
Infine il cardinale ha ricordato che tutto ciò che abbiamo è dono di Dio e del Suo grande Amore per noi, e che dobbiamo ringraziarlo continuamente a parole e con gesti concreti che dimostrino il nostro impegno nella cura del creato.
Dopo la nostra professione di fede abbiamo recitato la preghiera di Papa Francesco per il creato:
Ti lodiamo, Padre, con tutte le tue creature,
che sono uscite dalla tua mano potente.
Sono tue, e sono colme della tua presenza
e della tua tenerezza.
Laudato, si’!
Figlio di Dio, Gesù,
da te sono state create tutte le cose.
Hai preso forma nel seno materno di Maria,
ti sei fatto parte di questa terra,
e hai guardato questo mondo con occhi umani.
Oggi sei vivo in ogni creatura
con la tua gloria di risorto.
Laudato, si’!
Spirito Santo, che con la tua luce
orienti questo mondo verso l’amore del Padre
e accompagni il gemito della creazione,
tu pure vivi nei nostri cuori
per spingerci al bene.
Laudato, si’!
Signore, ti ringrazio per questa giornata, ti prego per tutti i giovani, in particolare per i nostri ragazzi che quest’anno riceveranno la Santa Cresima: custodiscili nel Tuo Amore. Fa’ che ascoltino sempre la Tua voce, rendili capaci di testimoniare il Vangelo, senza paura, sapendo di averTi sempre al loro fianco!
Argomenti: Angelo Bagnasco, Cattedrale, Cresimandi, Cresimati
Categorie: Iniziative diocesane
Questa mattina, come ogni primo sabato del mese, abbiamo partecipato al pellegrinaggio diocesano alla Guardia.
Il cardinale arcivescovo ha presieduto la recita del rosario e la S. Messa che ne è seguita nel santuario.
Eravamo presenti un discreto gruppetto, e abbiamo vissuto la cosa in spirito di profonda fede e di preghiera.
Grazie Signore per questa occasione di pregare con tanti fratelli e sorelle della nostra Diocesi!
Argomenti: Angelo Bagnasco, Guardia, Pellegrinaggi
Categorie: Iniziative diocesane
Le cresime di quest’anno sono state amministrate dal nostro arcivescovo, il card. Bagnasco.
Erano undici i ragazzi del catechismo che sono giunti al Sacramento; con loro anche cinque giovani che si sono preparati nel percorso fatto apposta per loro.
Nell'omelia il card. ha chiesto ai ragazzi di prendersi cura dei propri genitori, e questo in tre maniere: amandoli, pregando per loro, facendo il proprio dovere; ha poi parlato della Cresima, il Sacramento della testimonianza a Gesù senza paura.
Al termine della celebrazione i ragazzi hanno ricevuto una pergamena ricordo dell’evento.
Grazie Signore per questo momento di profonda vita di Chiesa!
Argomenti: Angelo Bagnasco, Catechismo, Cresime
Categorie: Sacramenti, Vita parrocchiale
Oggi abbiamo avuto, al Santuario della Madonna della Guardia, il ritiro finale in preparazione alla Cresima.
Sono 11 i ragazzi che la riceveranno, insieme a cinque giovani. I primi hanno seguito il normale corso di catechismo, gli altri hanno frequentato la catechesi per i più grandi.
La giornata è iniziata con la partecipazione al pellegrinaggio diocesano, che è stato guidato dal nostro cardinale arcivescovo, Angelo Bagnasco.
Al termine della Messa i ragazzi hanno potuto salutare il cardinale ed immortalarsi con lui.
Il seguito della mattinata è stato dedicato a vedere il cortometraggio Il Circo della Farfalla e un altro breve video testimonianza dell’attore principale, un “giovane” senza gambe e senza braccia che ha avuto il dono di vivere gioiosamente nella fede e di aiutare molti altri a scoprirla.
Nel pomeriggio abbiamo celebrato il Sacramento della Riconciliazione. Ogni ragazzo o adulto che si confessava deponeva poi ai piedi dell'altare una pietra, a significare i peccati lasciati ai piedi di Gesù nella confessione, e un lumino acceso, segno della ritrovata vita di grazia; i lumini hanno formato un cuore. Abbiamo poi invocato lo Spirito Santo.
La maggior parte dei ragazzi era accompagnata dai genitori e dai padrini, i quali si sono goduti il ritiro ancora più che i ragazzi!
Grazie Signore per questi ragazzi e per il Sacramento che riceveranno sabato prossimo!
Vedi tutte le foto del ritiro.
Argomenti: Angelo Bagnasco, Cresimandi, Guardia, Ritiri
Categorie: Attività parrocchiali
Per grazia di Dio oggi la nostra diocesi ha ricevuto in dono tre nuovi presbiteri: Matteo Conte, Paolo Costa e Massimo Dellera.
Hanno ricevuto l'ordinazione presbiterale per l'imposizione delle mani del card. Angelo Bagnasco.
Tra poche settimane riceveranno la loro destinazione definitiva.
Li accogliamo nel presbiterio diocesano con tanto affetto e gioia!
Argomenti: Angelo Bagnasco, Cattedrale, Ordinazioni
Categorie: Iniziative diocesane, Sacramenti
Questa sera la comunità diocesana si è ritrovata in cattedrale convocata dal vescovo: l’incontro di Cattedrale Aperta aveva come tema quello della famiglia, e a parlarne sono stati il prof. Francesco D’Agostino e la giornalista Costanza Miriano.
La giornalista ha parlato della famiglia dal versante esperienziale, mettendosi in gioco in maniera personale e delineando i tratti delle figure dei genitori – uomo e donna – e dei figli.
D’Agostino, dal canto suo, ha proposto una riflessione più teoretica, evidenziando che la famiglia precede lo stato, e lo stato deve riconoscerla e non può modificarne i tratti.
Alcune frasi della signora Miriano:
Quando qualcosa degli altri ci da fastidio è perché entriamo in risonanza con quel male.
Uomo e donna sono diversissimi, sono immagine di Dio solo se si uniscono.
Le donne quando si lamentano non vogliono soluzioni ma complimenti.
Sindrome della maglietta bucata: fuori di casa si mostra il lato migliore di sé, e in casa ci si rilassa.
In tutte le coppie arriva il momento della disillusione, ma bisogna ritornare a ciò che ci ha fatto innamorare.
Il rischio che la coppia metta i figli al centro, smettendo di dedicarsi del tempo gli sposi.
La donna soffre della sindrome della maestrina: desiderio di educare l’uomo, che non vuol essere educato.
La donna è chiamata a far nascere nell’uomo il desiderio del meglio con la sua bellezza.
La cosa più importante in famiglia: perdonarsi.
Nessuno dei due potrà mai colmare tutti i desideri dell’altro: lo sposo definitivo è Cristo.
La cultura di oggi nega la differenza tra maschile e femminile.
Gesù non è la ciliegina sulla torta, è la torta.
L’educazione non è una tecnica: dipende dal senso che diamo alla vita. Se i figli vedono che i genitori sono impegnati a convertirsi per diventare santi, il messaggio arriva.
La donna il marito la deve far sentire bella. L’uomo la moglie lo deve far sentire bravo.
Alcune frasi del prof. D’Agostino:
Con la morte di Dio si sostenne la morte della famiglia: i vincoli familiari si sarebbero allentati e dissolti. La teologia della morte di Dio sosteneva che di Dio non c’era più bisogno. Di fatto né Dio né la famiglia sono morti.
Papa Francesco parla di tentativo di colonizzazione della famiglia.
Oggi abbiamo paura dell’unità e passione per la molteplicità. Questo sarebbe il cuore del problema. Di fatto l’unità è il primo attributo di Dio. La verità è una, la falsità è molteplice. Il bene è unico, le forme del male sono molte.
Oggi si sostiene che non si possono obbligare gli uomini e le donne ad avere un solo amore. Da qui anche la pluralità dei modelli familiari.
Aristotele presenta l’uomo come animale politico e familiare. Solo l’uomo forma una famiglia, gli animali no.
Se nella città ci rapportiamo secondo una funzione, in famiglia è diverso, non abbiamo un ruolo funzionale, ma siamo chiamati con il nostro nome proprio.
Oggi non si parla più di morte della famiglia, ma di pluralità di modelli di famiglia. Oltre alla famiglia monogamica ci sarebbero le famiglie poligamiche di fatto e quelle arcobaleno.
In campo teologico poi non ci sarebbe più il monoteismo, ma il politeismo.
Quando uno stato riconosce il matrimonio omosessuale toglie significato al matrimonio e ridefinisce la parola in maniera arbitraria. Lo stato non è originario come la famiglia. La famiglia è una struttura antropologica fondamentale, nasce insieme all’uomo. Non è la politica ma la famiglia a darci la nostra identità.
La tragedia più grande è quella di rimanere orfani.
Per Aristotele la famiglia trasmette i valori, oggi si trasferisce questo alla scuola.
Guai se la politica vuole colonizzare la vita familiare.
Di fatto la famiglia è l’unico ambito in cui siamo conosciuti totalmente. Nella famiglia bisogna ogni giorno generare vita. Generare vita obbedendo alla realtà.
Lo stato deve riconoscere ciò che lo precede, la famiglia. Senza la famiglia non si sarebbe sopravvissuti alla crisi che dura ormai da troppo. In senso economico ma anche in termini di fiducia nella vita.
Argomenti: Angelo Bagnasco, Cattedrale Aperta, Famiglia
Categorie: Iniziative diocesane
Mons. Nicolò Anselmi è stato oggi ordinato vescovo! Il card. Bagnasco è stato il consacrante principale, conconsacranti il card. Calcagno e mons. Tanasini.
È una gioia grande per Genova, perché tutti conosciamo don Nicolò e ne apprezziamo la semplicità e l'amore alla Chiesa.
Svolgerà il servizio di vescovo ausiliare dell'arcidiocesi, vicario generale con delega per il clero e per sport, giovani e università.
Signore Gesù, grazie per questo grande dono per la nostra Chiesa diocesana.
Argomenti: Angelo Bagnasco, Cattedrale, Nicolò Anselmi, Vescovi
Categorie: Iniziative diocesane
Poco fa il card. Bagnasco ha annunciato l’elezione a vescovo di mons. Nicolò Anselmi.
Don Nicolò è mio compagno di Messa, e con i compagni ci continuiamo a vedere tutti i mesi, condividendo gioie e fatiche del ministero sacerdotale.
È una gioia per tutta la nostra diocesi, che in questo confratello che diventerà vescovo l’8 febbraio riceve un dono meraviglioso.
Questa sera c’è stato il primo incontro di Cattedrale Aperta di quest’anno, ospiti i prof. Massimo Cacciari e Stefano Zamagni.
L’incontro era dedicato a sviscerare la compatibilità della religione con la democrazia.
Il prof. Cacciari ha sostenuto non solo la compatibilità, ma l’importanza dell’apporto della religione alla vita democratica.
Il prof. Zamagni, da parte sua ha fatto un’analisi lucidissima della situazione della democrazia oggi in relazione all'etica e all'economia.
Alcune delle frasi più significative espresse dai due relatori:
- La sacralizzazione dell’economia è una situazione anticristica.
- La democrazia può funzionare solo se la maggioranza dei cittadini non è egoista.
- Riportare nella vita civile il principio del dono gratuito.
- La democrazia elitistica-competitiva non può funzionare, bisogna andare verso una democrazia deliberativa, che ricerca la verità pratica e non il consenso.
- La finanziarizzazione dell’economia rende impossibile la democrazia.
- Oggi le leggi sono fatte dall’autorità e non dalla verità.
- Oggi purtroppo la virtù deve chiedere permesso al vizio (Shakespeare).
- Quando una società giunge a questo punto è alla vigilia del collasso.
- Oggi la politica è diventata succube dell’economia.
- La tirannia dei valori economici è una maledizione.
- Al grande simbolo della Croce (verticale) si è sostituito oggi il grande simbolo della rete (orizzontale).
- La Chiesa deve sempre opporre una riserva escatologica di fronte ad ogni regime politico.
- La democrazia non è per fare leggi ma per discernere il diritto.
- La sola giustizia non risolve i problemi, perché rischia di diventare giustizialismo: occorre la giustizia benevolente.
- Oggi la scuola ha sostituito l’educazione (educere, tirare fuori) con l’istruzione (mettere dentro).
Argomenti: Angelo Bagnasco, Cattedrale, Cattedrale Aperta
Categorie: Iniziative diocesane
Questa sera si è svolta in cattedrale l’annuale Veglia Missionaria diocesana, alla quale ha partecipato anche un buon numero di fedeli provenienti dalla nostra parrocchia.
Presieduta dal card. Angelo Bagnasco, la veglia è stata articolata in vari momenti di proclamazione della Parola di Dio, testimonianza, catechesi, preghiera e canti offerti dal coro Musica del Mondo.
Abbiamo avuto modo di riflettere sulla realtà delle missioni, inizialmente attraverso un video che ha mostrato l’esperienza di don Roberto Chiera, sacerdote missionario della Diocesi di Cuneo: inviato nelle periferie estreme del Brasile, egli si ritrova ad annunciare il Vangelo in un luogo in cui il livello del degrado è sì molto elevato, ma non lo è più del grido che giunge dai suoi abitanti e che non aveva mai sentito nelle nostre terre dell’Occidente sviluppato: “Portaci Cristo!”.
Successivamente sono stati deposti alcuni vangeli ai piedi di una Croce, collegata attraverso cinque nastri di cinque colori differenti a cinque cartelloni, ognuno recante un’immagine delle periferie di uno dei cinque continenti.
Una delle testimonianze che abbiamo ascoltato è stata condivisa da un sacerdote della Compagnia di Gesù che a Malta ha lavorato con i rifugiati. Ha spiegato fin dall’inizio che la Chiesa definisce rifugiato chiunque si ritrovi costretto a fuggire dal proprio Paese in un altro per poter sopravvivere, a differenza del diritto internazionale che fa distinzione tra rifugiati, profughi, richiedenti asilo, apolidi, ecc. secondo la situazione specifica di ciascuno. In seguito, la testimonianza di una suora africana che nel suo paese ha lavorato con i più poveri.
La catechesi dell’Arcivescovo, infine, ci ha portato geograficamente in un altro teatro di guerra, Gaza, ma il filo conduttore del suo messaggio è stato lo stesso: Gesù è la nostra gioia di vivere e fa sì che noi cristiani siamo gioia e speranza per il nostro prossimo, per le nostre comunità e per il mondo intero. Il cardinale ha raccontato di come, attraversando con alcuni funzionari dell’Onu il territorio di Gaza devastato dai bombardamenti, gli sia stato detto che per ricostruire le abitazioni distrutte sarebbero serviti 8 miliardi di euro. Si è posto, quindi, e ha posto anche a noi, una domanda: “A ricostruire le case si fa, ormai, relativamente presto. Ma quanto tempo ci vorrà per ricostruire gli uomini? Quanto tempo per ricostruire le anime? Come si può far in modo che le persone non si abbandonino a una disperata rassegnazione per cui non cambierà mai nulla?”. Una risposta, probabilmente, è arrivata dopo aver osservato con gli occhi dell’Arcivescovo la giovane comunità cristiana che abita i territori palestinesi, ovvero il 10% della popolazione, una minoranza, la cui età media non supera i 25 anni: i bambini e i ragazzi scherzavano e si rincorrevano giocando in allegria, le famiglie stavano insieme. In questa comunità, ha detto il card. Bagnasco, «ho visto ancora la speranza, la voglia di vivere, la gioia di stare insieme». Allo stesso modo, in qualunque parte del mondo si trovi, il cristiano è chiamato a questo: a portare la gioia e la speranza di Cristo nell’ambiente in cui vive.
Argomenti: Angelo Bagnasco, Cattedrale, Missione, Veglie
Categorie: Iniziative diocesane
Oggi si è svolto l’annuale incontro diocesano degli educatori alla fede con il Cardinale Bagnasco, preceduto dai lavori dei gruppi costituiti sulla base delle fasce di età a cui ci si rivolge (bambini, adolescenti, giovani).
Il tema di quest’anno è stata proprio la figura dell’educatore. Chi è l’educatore? Come ha spiegato nella sua testimonianza agli educatori dei ragazzi delle superiori il preside del Liceo Mazzini, l’educatore è uno che comunica se stesso: con le sue parole, l’educatore trasmette inevitabilmente ciò che è, ciò che vive e che ha vissuto, e ciò in cui crede; è per questo che l’educatore educa più con l’essere che con le parole. L’educatore è, inoltre, una persona capace di guardare al positivo: l’educazione è un processo a lungo termine, i cui frutti non si vedono immediatamente; per questo, di fronte alle difficoltà non si deve scoraggiare e deve guardare alla bellezza che è in ciascuno dei ragazzi, i quali devono essere educati alla libertà. Ma quale libertà? Non la libertà di fare tutto ciò che si vuole, ma la libertà che viene dalla verità, che allontana l’essere umano dalle catene del male, del mondo, e lo conduce a scegliere il bene. L’educatore è – secondo la citazione di Hanna Arendt che è stata condivisa dal dirigente scolastico – chi si assume la responsabilità di salvare il mondo dalla sua rovina. Un’ultima esortazione agli educatori è stata quella ad esserci e ad essere coerenti e ad educare nella consapevolezza di essere continuamente educati a loro volta: il processo educativo, infatti, non si esaurisce, ma dura per tutto il corso della vita.
Dopo la cena di tutti gli educatori presso il chiostro della basilica di Santa Maria delle Vigne, all’interno della basilica stessa ha avuto luogo l’incontro con il cardinale Angelo Bagnasco. Per prima cosa l'Arcivescovo ha espresso la propria gratitudine nei confronti degli educatori, dono prezioso per le parrocchie, per la Chiesa e per la società. Nella società in cui viviamo, infatti, l’educatore può essere la risposta alla ricerca della figura dell’adulto che i bambini, gli adolescenti e i giovani possono non trovare nei genitori: le giovani generazioni di oggi non vivono la ribellione agli adulti, ma cercano la presenza di adulti spesso assenti. L’educatore è chiamato a far sentire l'amore, a far sì che il bambino, l’adolescente, il giovane si senta a casa nel cuore di qualcuno. L’educatore è invitato, innanzi tutto, a porsi la domanda “Chi sono io?”, per interrogarsi su se stesso e sulla validità di ciò che sta trasmettendo al suo prossimo; è chiamato, inoltre, ad avere il coraggio della libertà e il coraggio di credere. L’educatore, di solito, ha raggiunto con l’età una maturazione, una saggezza – non la sapienza umana – che ha il compito di comunicare agli altri: una saggezza che, in sintesi, è Gesù stesso.
Al termine dell’incontro, don Nicolò Anselmi ha presentato un progetto che vivrà una delle sue tappe fondamentali in occasione del Congresso Eucaristico di Genova nel 2016. Si tratta della missione diocesana dei “giovani ai giovani”, la cui finalità è coinvolgere giovani missionari che – a partire da quest’anno pastorale e attraversando le tre fasi successive di sensibilizzazione, preparazione, annuncio – con l’entusiasmo della fede si impegnino a far conoscere Gesù ai propri coetanei, rispondendo al bisogno di felicità che abita il cuore di ogni ragazzo.
Argomenti: Angelo Bagnasco, Educatori, Giovani, Pastorale giovanile, Pastorale Giovanile Diocesana
Categorie: Iniziative diocesane
Questo pomeriggio buona parte della comunità parrocchiale ha partecipato alla processione di San Giovanni Battista, patrono della città di Genova.
La processione ha seguito i canoni degli anni precedenti: vespri in Cattedrale alle 17,30, quindi la processione verso il Porto Antico, dove il cardinale arcivescovo ha benedetto il porto e la città, rientro in Cattedrale.
L’evento si è svolto in concomitanza con la partita dell’Italia ai mondiali, ma questo non ha impedito una buona partecipazione dei fedeli.
Argomenti: Angelo Bagnasco, Processioni, San Giovanni Battista
Categorie: Iniziative diocesane