Contributi con l'argomento Santi
Oggi, terzo sabato del mese di gennaio, noi giovani del lagaccio ci siamo riuniti, come di consueto in questo periodo di ogni mese, nell’accogliente e familiare salone adiacente alla nostra chiesa del Lagaccio, per condividere una cena insieme e meditare su un nuovo argomento ecclesiale.
Dopo la preghiera iniziale di invocazione allo Spirito Santo e le lodi al Signore, abbiamo letto insieme un testo tratto dal Vangelo secondo Matteo: l’ipocrisia e il segreto le parole chiave da cui trarre l’insegnamento che esso vuole impartire; pregare, fare penitenza, fare elemosina e digiunare in gran segreto, nel nome del Signore che tutto vede e tutto può, e solo per amore suo; “non sappia la mano sinistra ciò che fa la destra”. Ipocriti sono coloro che fanno tutto ciò per apparire, per essere popolari ed elogiati; ciò che verrà compiuto da loro non avrà valore agli occhi del Signore, poiché le loro intenzioni non sono pure. Essi non avranno ricompensa, mentre sono in grazia di Dio tutti quelli che agiscono in suo nome e con umiltà d’animo.
A seguire, un testo un testo biografico di Santa Teresa di Lisieux: la piccola suora visse nella Francia del XIX secolo, periodo storico caratterizzato da una società “illuminata dalla scienza” e sempre più lontana da Dio, dove l’ateismo prevale sulla spiritualità. Cresciuta in un ambiente profondamente religioso, tanto che i suoi stessi genitori furono a suo tempo proclamati beati, Teresa dedicò la sua breve vita interamente a Dio, amandolo con tutta l’anima e cercando di farlo amare dalla gente. Consapevole che nulla è impossibile a Dio e che egli è infinitamente misericordioso, quasi a volere affrontare personalmente il male che avvelena gli animi umani, prega per la conversione di un criminale macchiato della grave colpa dell’assassinio di tre donne. I suoi sforzi vengono ricompensati quando il criminale, in prossimità del patibolo, si pente dei suoi gesti e bacia il crocifisso dopo un primo rifiuto.
All’età di soli 14 anni decide di seguire le orme delle sue due sorelle e di Santa Teresa d’Avila, a cui era devota, chiedendo a Leone XIII l’ammissione in monastero. Ma la vita claustrale non è facile, soprattutto quando l’ambiente in cui ci si ritrova attorno è intriso di mediocrità, insidie, maltrattamenti e poco spirito di sacrificio da parte delle consorelle. Teresa reagisce a tutto questo con la fede, trasformando i suoi sacrifici di sopportazione in atti di santità e di grintosa positività.
La morte del padre, che la mette a dura prova, apre a Teresa un nuovo spiraglio di luce: avvicinandosi ancora di più alla lettura del Vangelo, ne trae spunto per un nuovo percorso spirituale: l’amore incondizionato verso Dio. Scopre e comunica alle novizie a lei affidate la “piccola via” dell’essere come bambini davanti a Dio, del totale e fiducioso abbandono alla sua volontà.
Spinta dalla vocazione apostolica propagata non solo all’interno, ma anche all’esterno delle mura monastiche, decide e ottiene di accompagnare con il sacrificio e la preghiera di due “fratelli missionari”.
Muore di tubercolosi all’età di 24 anni; le sue ultime parole, “Dio mio io ti amo”, sono una dedica alle anime della terra, e una supplica per la loro comunione con i Santi.
Fu canonizzata da Pio XI il 17 maggio 1925, e da lui stesso proclamata Patrona universale delle missioni. Papa Giovanni Paolo II la proclamò Dottore della Chiesa universale nel 1997, nella domenica celebrativa della Giornata Mondiale delle Missioni.
I suoi manoscritti autobiografici ci hanno regalato non soltanto i ricordi della sua infanzia e della sua adolescenza, ma anche la descrizione delle sue esperienze spirituali più intime, del suo “incontro” con Dio.
Dopo aver meditato ed espresso ciascuno le proprie impressioni sugli argomenti del giorno, noi ragazzi abbiamo letto e ascoltato due bellissime proiezioni:
- una di una preghiera musicata della Santa di Lisieux, in cui si scorge chiaramente la sua dichiarazione d’amore al Signore e alle anime dell’universo;
- l’altra, dedicata alla santa stessa, che credeva nell’infinita misericordia di Dio e nel suo infinito amore verso gli uomini, il quale lo ha portato a farsi debole di corpo ma non di spirito, e a soffrire insieme a noi e per noi, in segno di testimonianza di fede e di riconciliazione fra lo Spirito e l’uomo.
Ultimo passo, consumazione della cena condivisa in pace e armonia, che ci ha portati alla conclusione della serata con spirito rinnovato nell’amicizia fra di noi e nell’insegnamento che i nostri Padri Spirituali ci hanno trasmesso come vera e propria missione della loro vita: la Fede, l’umiltà, il perdono, l’Amore.