S. Giuseppe

Parrocchia San Giuseppe al Lagaccio

Una parrocchia impegnata nell'evangelizzazione

Chiesa
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Gruppo giovani Paolo Pero 2015-05-15--22.57.41Questa sera noi giovani abbiamo ripreso a riunirci per il nostro incontro mensile, oggi preceduto dalla cena condivisa e arricchito dalla presenza di Paolo, un giovane insegnante di religione che ci ha aiutato a riflettere e a confrontarci sul tema del gender nella società contemporanea.

Abbiamo iniziato con la preghiera, affidando l’incontro a Gesù e a Maria, e insieme a Paolo abbiamo ragionato per prima cosa sulle origini del Diritto, ovvero su ciò che è alla base delle leggi che regolano la società umana. Nonostante le molte risposte possibili (il bisogno di regolare i rapporti umani o di organizzare la società, il progresso, le rivendicazioni, la volontà della maggioranza, la difesa dei deboli), abbiamo dovuto riconoscere che il fondamento del Diritto è la Natura. È nella profondità della propria natura, infatti, che sia una persona credente sia una persona non credente trovano il buon senso – o, per meglio dire, il senso comune – per affermare che uccidere un’altra persona è sbagliato, è male; è scritto nel cuore dell’uomo, è naturale. Così com’è naturale che una persona sia costituita da ragione, sentimento, volontà, spirito e corpo, e che sulla base di questa corporeità – quindi la realtà oggettiva – gli esseri umani si distinguano in maschi e femmine, in uomini e donne, e costituiscano una famiglia. Questo è quello che siamo. Oggi, però, non è più quello che siamo tutti a determinare il Diritto, ma quello che uno sente e vuole e che è reso possibile dal progresso tecnologico.

Al termine di queste considerazioni introduttive, Paolo, con l’aiuto di due power point, ci ha aiutato a ripercorrere le tappe del ribaltamento del senso comune che ha attraversato la società occidentale dalla fine degli anni ’50 a oggi. Oggi siamo prigionieri delle opinioni personali, del “secondo me”, del “sentirsi”; facciamo fatica a trovare riconoscere una Verità assoluta e condivisa che proviene dall’osservazione della realtà, così da accettare ogni opinione come verità individuale e ogni desiderio come legittimo. Da questo atteggiamento deriva, per esempio, la distinzione tra sesso e genere. Secondo i teorici del gender (“genere”, in inglese), infatti, bisogna distinguere tra identità sessuale (come uno o una è: maschio o femmina, fatto biologico) dall’identità di genere, come uno si sente: pur essendo uomo potrebbe sentirsi donna, e così via. C’è poi anche il discorso dell’orientamento sessuale (come uno si sente dentro: eterosessuale, omosessuale, transessuale, bisessuale e così via fino a oltre 50 opzioni possibili), che entra ulteriormente nella definizione dell’identità di genere.

È possibile osservare, tuttavia, che – come nel caso estremo di David Reimer – l’identità sessuale è un dato di fatto che rimane immutato nonostante eventuali modifiche chirurgiche, mentre l’identità di genere è un sentire ed è – secondo i teorici del gender – variabile nel tempo. Da questa distinzione tra sesso e genere scaturiscono la negazione della famiglia come fatto naturale secondo quanto visto sopra e la riduzione della famiglia tra uomo e donna a un fatto tradizionale e culturale, secondo la quale un uomo e una donna formerebbero una coppia e genererebbero dei figli solo perché sono stati educati a questo e sono cresciuti immersi in questo modello. Ne consegue, secondo i sostenitori della teoria del gender, che è non solo possibile, ma anche giusto, equiparare le unioni omosessuali alla famiglia naturale, eliminare ogni fattore educativo che possa “tradizionalmente” condizionare lo sviluppo dell’identità di genere verso l’eterosessualità ed educare alla libera scoperta del proprio genere fin dall’asilo.

Ciò che preoccupa noi cristiani, comunque, non è solo la teoria: le rivendicazioni di cosiddetti diritti, alimentati dal desiderio dei singoli e legittimati dalla ricerca della felicità individuale, infatti, fanno sì che ci si attivi in gruppo per creare nuove leggi estendibili alla collettività, sacrificando o eliminando il dissenso di chi non è d’accordo. I dissidenti vengono invitati a tacere, con le parole (diffamazione) o con i fatti (aggressioni fisiche e verbali, come quelle di cui sono state oggetto le Sentinelle in piedi durante le loro veglie a difesa della famiglia nelle piazze di molte città d’Italia); sono – siamo – accusati di essere omofobi, fascisti, reazionari, retrogradi, cattolici bigotti e integralisti… e se fosse approvato il disegno di legge Scalfarotto, rischieremmo da sei mesi a sei anni di carcere a causa della pubblica espressione delle nostre idee, della realtà. Qui non si vuole essere contro le persone omosessuali o individuare nemici da combattere: qui si è contro un modo di pensare che lotta per imporre se stesso e non accetta dissenso, che s’inventa una neolingua (si parla di “genitore 1” e “genitore 2” al posto di mamma e papà; di stepchild adoption piuttiosto che di utero in affitto) per influire sul pensiero di molti, che tratta l’essere umano come una merce e un diritto, che rifiuta l’ovvia realtà per piegarla al desiderio.

Dopo i power point abbiamo concluso l’incontro con un dibattito, che ha visto la partecipazione attiva di tutti, e con la preghiera condivisa.

Grazie, Signore Gesù, per averci donato la presenza di Paolo e averci fatto percorrere con lui una tappa del nostro cammino! Aiutaci a conoscere la Verità, perché – hai detto – questa ci farà liberi (Giovanni 8, 32).

Argomenti:

Categorie: Vita parrocchiale

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