S. Giuseppe

Parrocchia San Giuseppe al Lagaccio

Una parrocchia impegnata nell'evangelizzazione

Chiesa

Contributi nella categoria Magistero

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Vi riporto queste parole dell’arcivescovo che mi hanno colpito e mi sono piaciute veramente tanto:

Possiamo dire che la gioia cristiana – in un certo senso – è un atto di giustizia verso Gesù che ci ha amati fino al dono della vita: se crediamo in Lui non possiamo vivere ripiegati su di noi, “tristi” come se Lui non ci amasse fino allo spasimo, come se fossimo soli nel deserto dell’universo, abbandonati e disperati ai bordi della vita. Come se fossimo condannati a far nostre le parole del salmo: “Non c’è per me via di scampo / nessuno ha cura della mia vita” (Sl 141). E Lui? Il suo amore? Il suo sacrificio? Il dono immenso della Chiesa che è il suo Corpo? L’impensabile presenza eucaristica? La comunità cristiana nella quale viviamo? I nostri Pastori? È dunque tutto opaco, senza smalto di luce e calore? È veramente una questione di fede!

Sono tratte dalla Lettera Pastorale in occasione della Peregrinatio Mariae, p. 5-6.

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Su un libro ho trovato queste bellissime parole di Paolo VI sulla Parrocchia come comunità di fratelli, e volentieri le condivido con voi:

Sono uniti i fedeli nell’amore, nella carità di Cristo? Di certo questa è una parrocchia vitale; qui c’è la vera Chiesa; giacché è rigoglioso, allora, il fenomeno divino-umano che perpetua la presenza di Cristo fra noi.

Oh come sarebbe davvero stupendo se le nostre parrocchie dimostrassero bene quel che deve essere la società cristiana! E cioè: gente, dapprima sconosciuta, gruppi diversi per costume, educazione, origine, età, professione ecc., che, trovandosi in chiesa, si rivelano e si sentono altrettanti nuclei di fratelli. Diventano amici, si danno la mano l’uno con l’altro, si perdonano le offese, non parlano male del prossimo, e cercano, invece, ove c’è un ammalato, di assisterlo, ove un disoccupato, di soccorrerlo, dove un bambino, di educarlo, ovunque, in una parola, c’è un’azione buona da compiere a vantaggio del prossimo, aver subito cuore e impegno per dire: ecco che Cristo ci chiama.

Ricordate la parola solenne di Cristo. Vi riconosceranno veramente per miei discepoli, autentici seguaci e fedeli, se vi amerete gli uni gli altri; se ci sarà questo calore di affetti, di sentimenti; se vibrerà la simpatia voluta più che vissuta, creata da noi, più che spontanea, con quella larghezza di cuore, e quella capacità di generare il Cristo in mezzo a noi, derivanti, appunto, dal sentirci uniti in Lui e per Lui.

(dall’Omelia della Messa nella visita alla Parrocchia romana di Santa Maria Consolatrice, domenica 1º marzo 1964 )

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Ho appena finito di leggere la bellissima lettera pastorale del nostro arcivescovo sulla vita spirituale, e ne sono entusiasta.

Parla in maniera positiva e incoraggiante dei vari aspetti della vita cristiana.

Ne ringrazio di cuore il nostro amato cardinale, e soprattutto il Signore che l’ha accompagnato nella stesura di questo testo ricco di sapienza. Grazie, Signore Gesù!

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Un commento

  1. Anna Cocina ha detto:

    Grazie, don Paolo, di questi “assaggi” veramente belli e interessanti, spero di trovare a Salerno dove io abito una copia dalle Paoline. Grazie ancora e il Signore ti benedica sempre!

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Condivido volentieri il messaggio dei nostri vescovi italiani per la Giornata della Vita 2009.

Richiama brevemente il dramma dell’aborto, che è certamente dramma per la donna, ma ancora di più per il bambino nel ventre di sua madre, bambino che viene ucciso barbaramente.

E accenna anche ai tentativi per far entrare l’eutanasia nell’ordinamento del nostro paese. Tra le righe si comprende il riferimento alla vicenda Englaro, caso emblematico di forzatura del diritto.

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