Questa sera noi giovani del Lagaccio ci siamo riuniti per un’ultima serata prima della partenza di don Paolo per un’altra parrocchia. In quest’occasione ci hanno accompagnati anche i ragazzi cresimati, che hanno rallegrato ancora di più.
Dopo le preghiere iniziali di ringraziamento al Signore abbiamo letto e commentato insieme un passo del Vangelo sull’argomento della pace e un discorso di Martin Luther King, il cui senso era quello dell’amore incondizionato, anche verso i propri nemici. È seguita la lettura di un decalogo di Assisi sull’impegno per la pace.
E arriva così il momento di condivisione del pasto in armonia, al termine del quale don Paolo ha fatto sorteggiare a tutti noi da un sacchetto dei bigliettini contenenti pensieri di alcuni operatori umanitari di varie parti del mondo, morti vittime di uccisioni e condanne.
La serata si è conclusa tra i saluti e la contentezza di aver passato una bella e interessante serata insieme. Grazie Signore!
Argomenti: Cresimati, Gruppo Giovani, Pizze, Saluto don Paolo
Categorie: Vita parrocchiale
Anche quest’anno noi ragazzi del Lagaccio ci siamo riuniti per celebrare la veglia delle palme in occasione dell’evento Pasquagiovani, che coinvolge i gruppi dei ragazzi delle varie parrocchie di Genova.
Questa volta la Veglia è iniziata nella parrocchia di Santa Maria di Castello, e da lì ci siamo mossi verso la Cattedrale di San Lorenzo. Siamo entrati nella Cattedrale non per le porte frontali, come sempre, ma attraverso la Porta Santa, che abbiamo varcato acquisendo l'indulgenza dell'Anno Santo della Misericordia.
In Cattedrale c’è stato un primo momento dedicato all'adorazione eucaristica e al Sacramento della Penitenza.
Poi ha parlato il nostro arcivescovo. Il tema dell'omelia che ha tenuto il Cardinal Bagnasco è stato quello della misericordia, della riconciliazione e del perdono nel senso più vivo del termine. La parabola del figliol prodigo, o meglio, del padre misericordioso, spiega perfettamente questi termini: la misericordia di un padre che perdona il proprio figlio dei suoi errori, delle negligenze, dell’allontanamento dal giusto, da chi lo ama; la riconciliazione di un figlio con la propria famiglia, con un fratello che lamenta le attenzioni particolari che il padre dedica al prodigo ravveduto ma che con pazienza e amore vengono esplicate in un modo assolutamente esaustivo: “tu, figlio mio, sei con me ogni giorno, ma il tuo fratello che oggi abbiamo ritrovato merita un festeggiamento particolare, perché egli era perduto, e lo abbiamo ritrovato”.
Siamo ritornati portando con noi il ramo di palma benedetto dal vescovo: domani lo useremo nella processione delle palme della nostra parrocchia.
Grazie Signore per questo momento bello!
Argomenti: Angelo Bagnasco, Cattedrale, Palme
Categorie: Iniziative diocesane
Oggi noi giovani della parrocchia di San Giuseppe al Lagaccio ci siamo riuniti per il primo incontro di questo nuovo anno liturgico.
I ragazzi che già facevano parte del gruppo hanno avuto l’occasione e il piacere di accogliere dei nuovi membri, alcuni provenienti da varie parti del mondo. Si è partiti con l’intonare dei canti sacri, e poi col fare le presentazioni ai nuovi entranti. Poi ci siamo riuniti in preghiera con un’invocazione allo Spirito Santo e una lettura tratta dal Vangelo di San Giovanni. A seguire abbiamo espresso a turno delle riflessioni sulla lettura riguardante la visita del papa in Messico: da li si evinceva l’importanza che il papa ha attribuito ai valori come l’incontro, la speranza, il sognare insieme, valori che sono ormai sfumati lasciando spazio alla diffidenza e alla perdizione; è importante quindi convertire il cuore e portare la fede dentro di sé, ricordando che l’importante non è non cadere mai, ma rialzarsi ogni volta.
Alla fine della lettura e dei relativi commenti abbiamo preparato la tavola e consumato insieme la cena, composta delle varie pietanze che ognuno di noi aveva portato. È stato bello e interessante confrontarsi con i nuovi arrivati, conoscere un pezzetto delle loro vite e di alcuni le loro culture. Ci siamo salutati dopo aver fatto una foto di gruppo, contenti di questa nuova esperienza insieme e soprattutto per il fatto che siamo aumentati di numero.
Stasera si è svolta, nella sala parrocchiale, la cena dedicata ai bambini prossimi alla Prima Comunione.
Le preghiere iniziali di lode al Signore hanno introdotto il delizioso banchetto che le catechiste e i genitori hanno preparato per l’occasione. Dopo la gustosa pastasciutta il ricco buffet composto da ogni sorta di deliziose vivande dolci e salate presentate su una tavolata festosa e adorna di colori, un’altra preghiera ha anticipato un simpatico e istruttivo gioco enigmistico che, unendo l’utile al dilettevole, ha messo in competizione giovani e adulti sulla preparazione riguardante l’argomento della Pasqua.
Potremmo (simpaticamente) definire il gioco Crucipasqua. Il quiz si risolveva mediante una gara genitori-figli, due squadre, piccoli contro grandi. Ogni bambino a turno sfidava un genitore, entrambi disposti su due sedie disposte parallelamente; lo scopo era, nel momento in cui una catechista o chi per lei enunciava una domanda inerente l’argomento, che entrambi i concorrenti si dovessero precipitare a sfilare di mano a un altro organizzatore del gioco un fazzoletto che questi teneva sospeso. Una volta afferrato il fazzoletto si rispondeva alla domanda, che nel caso di risposta esatta, veniva trascritta su un grande cruciverba esposto proprio davanti agli sfidanti, mentre un’altro addetto ai lavori segnava su un foglio i punti a favore dell’una o l’altra squadra.
La partita è stata giocata in modo entusiasmante da entrambe le parti coinvolte, fra risate e strafalcioni generali che hanno reso il tutto ancora più esilarante.
Il gioco era volto anche a una sorta di verifica delle conoscenze dei comunicandi e dei genitori. I primi – ormai chiamiamoli pure ragazzi – con la giusta maturità e disinvoltura hanno tenuto testa alla situazione dimostrando non solo di conoscere l’argomento (infatti hanno vinto la partita), ma dimostrandosi anche partecipativi e socievoli fra di loro.
Dopo la partita la serata si è conclusa con un rituale emozionante che ci ha visti tutti noi partecipanti alla cena: raccolti in un grande cerchio, ognuno ha espresso il proprio ringraziamento a Dio per qualsiasi cosa ci renda o ci abbia reso felice fino ad ora.
Ancora oggi io dico: “Grazie Signore! Per tutto quello che ci dai”, e per l’occasione rinnovo la mia riconoscenza nei Suoi confronti per avermi fatto conoscere persone meravigliose quali tutte quelle che ho incontrato nell’ambito della Parrocchia, della nostra Santa Chiesa.
Grazie a Dio e grazie a tutti voi di esistere!
Oggi, terzo sabato del mese di gennaio, noi giovani del lagaccio ci siamo riuniti, come di consueto in questo periodo di ogni mese, nell’accogliente e familiare salone adiacente alla nostra chiesa del Lagaccio, per condividere una cena insieme e meditare su un nuovo argomento ecclesiale.
Dopo la preghiera iniziale di invocazione allo Spirito Santo e le lodi al Signore, abbiamo letto insieme un testo tratto dal Vangelo secondo Matteo: l’ipocrisia e il segreto le parole chiave da cui trarre l’insegnamento che esso vuole impartire; pregare, fare penitenza, fare elemosina e digiunare in gran segreto, nel nome del Signore che tutto vede e tutto può, e solo per amore suo; “non sappia la mano sinistra ciò che fa la destra”. Ipocriti sono coloro che fanno tutto ciò per apparire, per essere popolari ed elogiati; ciò che verrà compiuto da loro non avrà valore agli occhi del Signore, poiché le loro intenzioni non sono pure. Essi non avranno ricompensa, mentre sono in grazia di Dio tutti quelli che agiscono in suo nome e con umiltà d’animo.
A seguire, un testo un testo biografico di Santa Teresa di Lisieux: la piccola suora visse nella Francia del XIX secolo, periodo storico caratterizzato da una società “illuminata dalla scienza” e sempre più lontana da Dio, dove l’ateismo prevale sulla spiritualità. Cresciuta in un ambiente profondamente religioso, tanto che i suoi stessi genitori furono a suo tempo proclamati beati, Teresa dedicò la sua breve vita interamente a Dio, amandolo con tutta l’anima e cercando di farlo amare dalla gente. Consapevole che nulla è impossibile a Dio e che egli è infinitamente misericordioso, quasi a volere affrontare personalmente il male che avvelena gli animi umani, prega per la conversione di un criminale macchiato della grave colpa dell’assassinio di tre donne. I suoi sforzi vengono ricompensati quando il criminale, in prossimità del patibolo, si pente dei suoi gesti e bacia il crocifisso dopo un primo rifiuto.
All’età di soli 14 anni decide di seguire le orme delle sue due sorelle e di Santa Teresa d’Avila, a cui era devota, chiedendo a Leone XIII l’ammissione in monastero. Ma la vita claustrale non è facile, soprattutto quando l’ambiente in cui ci si ritrova attorno è intriso di mediocrità, insidie, maltrattamenti e poco spirito di sacrificio da parte delle consorelle. Teresa reagisce a tutto questo con la fede, trasformando i suoi sacrifici di sopportazione in atti di santità e di grintosa positività.
La morte del padre, che la mette a dura prova, apre a Teresa un nuovo spiraglio di luce: avvicinandosi ancora di più alla lettura del Vangelo, ne trae spunto per un nuovo percorso spirituale: l’amore incondizionato verso Dio. Scopre e comunica alle novizie a lei affidate la “piccola via” dell’essere come bambini davanti a Dio, del totale e fiducioso abbandono alla sua volontà.
Spinta dalla vocazione apostolica propagata non solo all’interno, ma anche all’esterno delle mura monastiche, decide e ottiene di accompagnare con il sacrificio e la preghiera di due “fratelli missionari”.
Muore di tubercolosi all’età di 24 anni; le sue ultime parole, “Dio mio io ti amo”, sono una dedica alle anime della terra, e una supplica per la loro comunione con i Santi.
Fu canonizzata da Pio XI il 17 maggio 1925, e da lui stesso proclamata Patrona universale delle missioni. Papa Giovanni Paolo II la proclamò Dottore della Chiesa universale nel 1997, nella domenica celebrativa della Giornata Mondiale delle Missioni.
I suoi manoscritti autobiografici ci hanno regalato non soltanto i ricordi della sua infanzia e della sua adolescenza, ma anche la descrizione delle sue esperienze spirituali più intime, del suo “incontro” con Dio.
Dopo aver meditato ed espresso ciascuno le proprie impressioni sugli argomenti del giorno, noi ragazzi abbiamo letto e ascoltato due bellissime proiezioni:
- una di una preghiera musicata della Santa di Lisieux, in cui si scorge chiaramente la sua dichiarazione d’amore al Signore e alle anime dell’universo;
- l’altra, dedicata alla santa stessa, che credeva nell’infinita misericordia di Dio e nel suo infinito amore verso gli uomini, il quale lo ha portato a farsi debole di corpo ma non di spirito, e a soffrire insieme a noi e per noi, in segno di testimonianza di fede e di riconciliazione fra lo Spirito e l’uomo.
Ultimo passo, consumazione della cena condivisa in pace e armonia, che ci ha portati alla conclusione della serata con spirito rinnovato nell’amicizia fra di noi e nell’insegnamento che i nostri Padri Spirituali ci hanno trasmesso come vera e propria missione della loro vita: la Fede, l’umiltà, il perdono, l’Amore.
Come ogni anno, si è svolto oggi, in concomitanza con la Giornata Mondiale della Gioventù, il tradizionale incontro della vigilia delle Palme, che coinvolge noi giovanidella diocesi genovese.
Con i giovani ci siamo radunati a Porta Soprana, e da lì è stata allestita La fiaccolata. Per la processione sono stati affidati ai rappresentanti di ciascun gruppo giovani grandi rami di palma e una copia della croce che il Beato Giovanni Paolo II consegnò ai giovani in visita a Roma durante la I Giornata Mondiale della Gioventù. Importante la presenza del Cardinale Bagnasco il quale, recitando le preghiere e i canti solenni insieme al resto della folla, ha ripercorso i luoghi della sua infanzia, come ha successivamente confidato durante il sermone; il percorso si snodava lungo i vicoli del centro storico, per terminare in Piazza San Lorenzo.
Lì, nella maestosa Cattedrale, l'Arcivescovo ha pronunciato il suo accorato discorso riguardo l’importanza della fede per l’uomo. In particolare ha ringraziato tutti noi per la numerosa presenza e per la nostra attiva partecipazione all’evento, definendoci “prescelti dal Signore” per l’immenso dono che abbiamo ricevuto, il dono della speranza e della luce Divina. Ma ha anche asserito che tale privilegio comporta una grandiosa responsabilità: quella di non rimanere indifferenti di fronte a coloro che non godono di questa grazia immensa, ma, anzi, di impegnarci a diffondere la Parola e la Gioia al di là delle proprie cerchie di amici e conoscenti, poiché “una gioia non condivisa è destinata a morire”.
Al termine dell'omelia abbiamo potuto meditare di fronte a Gesù Eucaristico e, grazie alla presenza di una buona quantità di sacerdoti, molti di noi hanno colto l’occasione per celebrare il Sacramento della Riconciliazione.
Successivamente Mons.]Nicolò Anselmi, responsabile diocesano della Pastorale Giovanile, ci ha ricordato che il 2016 sarà l’anno dei “giovani Missionari”, nonché il periodo in cui la città di Genova ospiterà il Convegno Eucaristico Nazionale.
Quindi, in chiusura della serata, il Cardinale ha offerto in dono, a coloro che nel 2016 compiranno 18 anni, una copia del Catechismo della Chiesa Cattolica, una foto di ciascuno di loro insieme a Sua Eminenza e una delle magliette “Genova 2016” (messe in vendita per l’occasione), augurando ai futuri maggiorenni che si possano affacciare all’età adulta con spirito rinnovato.
Argomenti: Angelo Bagnasco, Cattedrale, Pasquagiovani
Categorie: Iniziative diocesane