S. Giuseppe

Parrocchia San Giuseppe al Lagaccio

Una parrocchia impegnata nell'evangelizzazione

Chiesa

I padrini

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Il Codice di Diritto Canonico ai Cann. 872-874 spiega significato e requisiti per chi vuole svolgere la funzione di padrino o madrina, del battesimo o della cresima.

In sostanza afferma che il compito dei padrini è quello di assistere il figlioccio al momento del sacramento, e cooperare affinché il figlioccio conduca una vita cristiana conforme al battesimo e adempia fedelmente gli obblighi ad esso inerenti. Ciò significa aiutarlo ad essere un “buon cristiano”, ma non solo nel senso comune dell’espressione (essere buon cristiano come “fare un po’ di bene e non fare niente di male”), quanto soprattutto nel vivere l’impegno di vita cristiana e di evangelizzazione: vita di preghiera, partecipazione alla vita della Chiesa e in particolare alla Messa Domenicale, impegno di testimonianza a Cristo, ecc.

Ciò suppone nei padrini e madrine che vivano essi stessi una vita cristiana esplicita ed impegnata. Concretamente:

  • devono avere compiuto i 16 anni;
  • devono essere cristiani cattolici;
  • devono aver terminato il loro cammino di iniziazione cristiana, in pratica essere cresimati;
  • devono essere persone di vita ecclesiale: preghiera quotidiana, Messa alla domenica, essere inseriti in una comunità (parrocchia, santuario, ecc.);
  • devono vivere in situazione matrimoniale conforme all’insegnamento di Cristo e della Chiesa: celibi/nubili, sposati in chiesa, vedovi/vedove.

L’ultimo punto è quello che spesso non viene capito, perché molte persone conviventi o sposate solo in comune sentono nel loro cuore di non fare nulla di male. In realtà per un battezzato vivere come persone sposate senza il sacramento del Matrimonio è lasciare Cristo nell’irrilevanza rispetto alla propria vita di coppia. Al contrario, l’amore a Cristo suppone il volerlo esplicitamente presente nel proprio matrimonio. Questa presenza esplicita si dà con la celebrazione del sacramento del Matrimonio. Pertanto sul piano oggettivo chi è convivente o sposato in comune non vive una situazione di testimonianza cristiana, e non può svolgere l’ufficio di padrino o madrina.

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