Contributi con l'argomento Eutanasia
giovedì
11
Novembre
2010
I sillogismi devono essere ben fatti. È perverso propagandare l’eutanasia con un video illogico.
Su youtube ci stanno dicendo:
“Io ho deciso che maglietta mettermi, io ho deciso come tagliarmi i capelli, quindi voglio essere io a decidere di non soffrire”, cioè a interrompere la mia vita, cioè a suicidarmi nell’eutanasia.
Il sillogismo non funziona.
Perché?
Perché quando parla di magliette o di taglio di capelli afferma (ed è vero) che si ha libertà di scelta tra un tipo o l’altro di maglietta o di taglio dei capelli. Le magliette sono moralmente buone, tutte; i tagli di capelli sono moralmente buoni, tutti. Si può scegliere tra le cose buone.
Ma nessuno di noi direbbe o lascerebbe dire a qualcuno:
“Io ho deciso che maglietta mettermi, io ho deciso come tagliarmi i capelli, quindi voglio essere io a decidere se ucciderti o lasciarti vivere”.
Tutti ci ribelleremmo a un sillogismo di questo genere.
Perché?
Semplice: perché dalla libertà di fare cose buone (o indifferenti) non si può dedurre la libertà di fare cose cattive.
E poi ci toccherebbero sul vivo: io non voglio rischiare che qualcuno usi quel ragionamento (sbagliato!) per uccidermi!
Però se non si tratta di noi, della nostra vita, allora non ci facciamo tanti problemi…
Il sillogismo sarebbe ben fatto se avessimo la certezza che anche quanto si dice dopo il “quindi” fosse una cosa buona.
Andrebbe bene se si dicesse:
“Io ho deciso che maglietta mettermi, io ho deciso come tagliarmi i capelli, quindi voglio essere io a decidere di se morire a casa o in ospedale”.
La scelta tra morire a casa o morire in ospedale è una scelta tra due opzioni entrambe buone.
Ma qualcuno potrebbe obbiettare: chi l’ha detto che l’eutanasia è cattiva?
I casi sono due: o che l’eutanasia è buona e si può fare, o è cattiva e non si può fare.
Se l’eutanasia è buona, allora il ragionamento del video funziona.
Se l’eutanasia è cattiva, allora il ragionamento del video non funziona.
Lo sviluppo del ragionamento del video è il seguente:
- supponiamo che l’eutanasia sia buona
- io posso decidere se mettermi la maglietta rossa o la blu
- io posso decidere se tagliarmi i capelli o lasciarmeli crescere
- dunque io posso decidere se fare o non fare l’eutanasia
Ma io non so se l’eutanasia sia buona!
Il ragionamento del video è allora un ragionamento bacato, non dimostra nulla.
Chi ha fatto il video è in cattiva fede, perché vuol dimostrare quanto suppone. È un gatto che si morde la coda!
Se non sappiamo se l’eutanasia è buona o cattiva, allora non possiamo arrischiarci di fare il ragionamento del video, perché rischieremmo di giustificare una cosa cattiva.
L’illogicità del video, però, non colpisce il lettore, perché il video è fatto ad arte per puntare sull’effetto compassione. Il lettore che vede il video senza scorgere l’inghippo logico viene “avvinghiato” dall’aspetto sentimentale, e istintivamente pensa: “non si può obbligare nessuno a fare una cosa che non vuole”, e gli sfugge che il ragionamento non funziona. Rimane convinto di qualcosa di cui il video non poteva parlare.
Il puntare sull’aspetto sentimentale, di compassione, di pietà verso una persona malata non è la maniera giusta di impostare un dibattito riguardo a un qualcosa di tanto importante quanto la vita di una persona e il rispetto da avere verso di essa.